Avante, camarada, avante, Junta a tua à nossa voz! - di Redazione

Il 10 novembre decine di migliaia di portoghesi sono scesi in piazza a Lisbona rispondendo all’appello della CGTP, la Confederazione generale del Lavoro portoghese, per rivendicare un mutamento della politica. Nelle stesse ore, sulla base di un accordo unitario tra partito socialista, Partito comunista, Blocco di sinistra e Partito “i Verdi”, il parlamento negava la fiducia – anzi sfiduciava – il governo di destra.

A luglio, su “reds”, avevamo salutato la vittoria della Coalizione di sinistra in Grecia, perché apriva una possibilità di politica alternativa in Europa contro il neo liberismo e l’austerità, per il lavoro e i diritti sociali. Abbiamo visto quanto quella vittoria sia stata aggredita, vilipesa e il popolo greco sia stato punito per aver scelto un’altra via. Tuttavia la fiammella greca è rimasta accesa e oggi il Portogallo accende una nuova speranza.

Faranno di tutto per spegnere anche questo fiammifero e impedire che diventi un fuoco capace di scaldare la gente di Europa. Non lo dicono, ma i monopoli e il capitale preferiscono quando a gestire la rabbia, lo sgomento, la paura per le politiche di austerità, sono le forze più retrive e reazionarie. Temono il contagio della democrazia e del socialismo.

In Italia il movimento operaio organizzato, la CGIL, patiscono di un isolamento politico, mentre sono oggetto da anni di un attacco senza precedenti tanto alle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori, quanto alla stessa struttura organizzata che si cerca di strangolare anche per via economica, limitando le libertà sindacali e colpendo patronati e Caaf.

Per questo guardiamo con fiducia a quanto si realizza negli altri paesi vittime degli esperimenti sociali della Ce e della Ue e speriamo che la sinistra italiana sappia trovare la forza per riorganizzarsi e con nuove energie riprendere a rappresentare il lavoro e i diritti anche nel nostro paese.


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