Un governo reazionario, antioperaio e di guerra. La mobilitazione necessaria - di Giacinto Botti

Siamo dentro ad una crisi del sistema capitalistico, la situazione economica e sociale del paese è grave, la recessione è alle porte e l’inflazione mangia salari e pensioni. Tutto peggiorerà se non si fermerà la guerra, se non cambieranno le politiche economiche, sociali e ambientali, se non si redistribuirà la ricchezza. Il governo sceglie tagli ai servizi e al sistema previdenziale e sociale per stare nei parametri di Maastricht. Lo scontro è di ordine generale.

La CGIL, forte delle sue proposte, è in campo. Abbiamo le carte in regola per rivendicare l’alternativa al modello neo-liberista e costruire la mobilitazione generale di prospettiva, per indire scioperi di contrasto ai contenuti antisociali e classisti della Finanziaria del governo della Presidente Meloni; un governo di destra che, con la legge di bilancio, conferma la sua natura liberista e classista. Le promesse preelettorali si sono tradotte in provvedimenti che guardano agli interessi corporativi del suo blocco sociale; distribuiranno briciole togliendo risorse ad altri in una guerra tra poveri, colpiranno tutti i percettori del reddito di cittadinanza e ridurranno il numero delle persone che ne potranno usufruire. Il diritto, riconquistato in anni di lotta, alla perequazione a quei pensionati che hanno pagato per una vita i contributi da lavoro è già saltato e sono riapparsi i voucher, strumento di sfruttamento e di negazione dei diritti di chi lavora: uno schiaffo alla CGIL, che aveva spinto il Parlamento a revocarli per impedire il referendum abrogativo per il quale avevamo raccolto tre milioni di firme. La riforma fiscale si traduce in condoni per gli evasori: si introduce una diversificazione della tassazione tra lavoro dipendente e lavoro autonomo, incoraggiando ad accettare lavori a partita IVA, invece che dipendente, e colpendo il sistema di tassazione e contribuzione.

E’ in atto un processo di privatizzazione del sistema sociale e dei servizi pubblici, del sistema sanitario nazionale e dell’istruzione pubblica. Una continuità con l’agenda sociale del governo Draghi, bellicista e servile verso gli Stati Uniti, pronto a rifinanziare ulteriori invii di armi e a fomentare l’intensificazione del conflitto. Noi continuiamo a dire, a gridare, “Pace subito” come abbiamo fatto nella grande manifestazione del popolo della pace.

Il governo sta mostrando la sua natura ideologicamente e socialmente reazionaria, crudele con i deboli, con gli immigrati e con chi salva le vite in mare. E’ l’avvio, con l’autonomia differenziata e il presidenzialismo, dello smantellamento delle conquiste e dei diritti sociali e civili, della menomazione della civiltà giuridica, dei valori di eguaglianza e di libertà delle donne, della Costituzione repubblicana e antifascista. Contro questo disegno reazionario, la CGIL saprà costruire una mobilitazione generale, tenendo insieme anche il particolare che interessa la condizione materiale dei cittadini, dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani. La CGIL ha potenzialità da valorizzare, alleanze sociali da consolidare, rapporti politici da costruire con autonomia di azione e di pensiero. Abbiamo consapevolezza delle difficoltà e dei rapporti di forza in campo, ma siamo determinati.