La tre giorni di Perugia - di Riccardo Chiari

Dopo due lunghi anni di pandemia, e con la biblica piaga della guerra che si è concretizzata durante il seminario, la tre giorni di lavori perugini “La memoria, la teoria, l’agire” è stata una boccata di aria fresca. Sia per la qualità degli interventi che per i numerosi partecipanti, finalmente tornati a vedersi dopo tanti incontri in remoto. Merito di Lavoro Società in Filcams, che ha voluto riproporre un modello di discussione e di approfondimento teso a coinvolgere delegate e delegati, arrivati nel capoluogo umbro da ogni parte della penisola.

Nella relazione introduttiva, Federico Antonelli ha evidenziato le annose emergenze che investono il mondo del lavoro e più in generale la società italiana: dai quotidiani infortuni, spesso mortali e anche negli stage formativi, alla vera e propria ecatombe di migranti che si consuma nel mar Mediterraneo, fino ai femminicidi che connotano un concetto “proprietario” delle donne davvero difficile da estirpare. Non dimentica il conflitto in Ucraina Antonelli, ben segnalando un dato che pesa su ogni cancelleria estera: “Non è solo per le mire russe sul Paese che siamo arrivati a questo punto”.

Puntuale l’analisi sull’odierna realtà italiana, nella quale il tandem “liberismo economico – liberismo politico” non è stato intaccato nemmeno dalla pandemia globale, dando vita a un esecutivo “affidabile” per la gestione dei piani di ripresa (Pnrr). Senza alcun ascolto di chi, come la Cgil che pure ha ritardato lo sciopero generale del 16 dicembre, ribadiva la necessità di una strategia redistributiva. Un effetto diretto del fatto che “in Parlamento non esiste una sola forza politica di una certa consistenza che assuma il valore del lavoro come una ricchezza”.

In questo contesto ostile, nel quale lo stesso rinnovo dei contratti comporta sforzi non indifferenti, la Filcams – prima categoria confederale dei lavoratori attivi – è stata comunque efficace nel sottoscrivere accordi per far fronte alle continue emergenze dettate dalla pandemia.

L’attenta organizzazione del seminario ha permesso a delegate e delegati di poter avere i testi delle corpose relazioni sul macrotema “Contrattazione e salario”, permettendo a chi seguiva i lavori di apprezzare gli interventi del ricercatore Simone Fana, di Salvo Leonardi della Fondazione Di Vittorio, e della compagna Luciana Mastrocola, che per 40 anni ha seguito al tavolo delle trattative ogni contratto sottoscritto dalla Filcams Cgil.

In estrema sintesi, rinviando alla (ri)lettura delle varie relazioni, vanno sottolineate alcune conclusioni. A partire da quella di Simone Fana, che nel suo studio su “Retribuzioni contrattuali e inflazione”, analizza i principali Ccnl sottolineando che “l’attuale ‘rimbalzo’ della economia italiana appare trainato da lavoro povero e precario, accentuando la diseguale redistribuzione del reddito a svantaggio dei salari”. Un concetto ribadito da Salvo Leonardi nel suo intervento su “Salario minimo e contrattazione” non solo certifica l’aumento delle diseguaglianze negli ultimi 30 anni, ma aggiunge che oggi ben 4,5 milioni di lavoratrici e lavoratori in Italia hanno salari inferiori ai 9 euro lordi, concludendo che “dove c’è un salario minimo legale (in Europa, ndr), non c’è povertà relativa né assoluta”.

La magnifica relazione di Luciana Mastrocola chiude il cerchio, analizzando l’evoluzione normativa e contrattuale dei Ccnl sottoscritti nei comparti della Filcams Cgil, con una conclusione che non teme smentite: “Le riforme che si sono susseguite negli ultimi 25 anni hanno determinato, più che una flessibilizzazione del lavoro, la precarizzazione dei rapporti di lavoro”.

Ad arricchire la tre giorni di Perugia, dedicata al compagno Amedeo Montagna che ci ha lasciato troppo presto, vanno sottolineati i pregevoli interventi dei “padroni di casa” Vasco Cajarelli e Amedeo Zupi. Tesi a ribadire, sul piano teorico e su quello pratico, l’importanza dello studio della storia delle lotte sindacali, e della necessaria esperienza prodotta dall’essere stato delegato di base.

Tutta in piedi l’assemblea per l’intervento lucido e appassionato (anch’esso nei documenti a disposizione) di Andrea Montagni, che nonostante la “quiescenza” resta un punto di riferimento per la Filcams Cgil, per Lavoro Società e anche per le redazioni di Reds e Sinistra Sindacale, cui nel corso della tre giorni è stato dedicato uno specifico approfondimento.

Nel chiudere il seminario, il coordinatore nazionale di Lavoro Società per una Cgil unita e plurale, Giacinto Botti, ha reso una volta di più omaggio al certosino, quotidiano lavoro dei delegati di base, (“Una risorsa vitale per la vita dell’intera Cgil”), e nel ribadire il “No” alla guerra in tutte le sue forme, compreso l’invio di armi ai belligeranti, ha sintetizzato il cuore delle discussione: “Nel Paese resta centrale la questione della redistribuzione della ricchezza, così come quella del pagare tutti per pagare meno”.


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