Ho fatto un sogno. (la notte del 16 dicembre) - di Andrea Montagni

Il quadro politico nella sua evoluzione ci dice che nei prossimi mesi potremmo avere tanto la continuità di questo governo, sostenuto da una maggioranza amplissima che ignora le aspettative e il punto di vista del mondo del lavoro, quanto il precipitare della situazione verso elezioni politiche che – all’oggi – prefigurano una vittoria delle forze più retrive e filopadronali del paese.

Cosa può fare il sindacato, senza sponde politiche nel Paese e nelle istituzioni?

Può giocare la sua autonomia e la sua forza, irrompendo nella vita politica con l’unico strumento che ha a disposizione: la forza del numero dei lavoratori che organizza e quella più ampia di quanti al sindacato guardano carichi di aspettative, anche se disillusi o frustrati per la crisi sociale e delle condizioni di vita, con una “ripresa” che è tale solo per le tasche dei padroni e degli evasori.

Allora ho sognato che il sindacato proclami da qui a primavera un pacchetto corposo di ore di sciopero da articolare tra scioperi territoriali e nazionali di categoria, facendo coincidere ogni sciopero con iniziative di piazza, che indica flashmob e sit-in per coinvolgere la massa di persone che non possono scioperare perché disoccupate, perché con la partita IVA, o in tirocini, o perché lavoratori a chiamata.

Mi immagino di superare le polemiche sullo strumento “sciopero generale” facendo vivere all’Italia intera per mesi uno sciopero “generalizzato” che riporti il lavoro al centro della vita del paese e costringa le forze politiche – che siano o non in campagna elettorale – a fare i conti con la gente.

La piattaforma? C’è già: quella unitaria di CGIL-CISL-UIL che parla a tutte e tutti!

La lotta di classe, se non la facciamo anche noi, continuano a farla solo i padroni.