Sognando Draghifornia - Frida Nacinovich

Non ci sono più i supereroi di una volta. Erano in tanti, non solo Matteo Renzi, a pensare che l’arrivo di Mario Draghi a palazzo Chigi avrebbe coinciso con una nuova età dell’oro. Meno virus e più soldi per tutti, alunni e studenti di nuovo a scuola e nelle università, fabbriche riaperte, riconversione green dell’economia, naturalmente banda ultralarga dalla vetta d’Italia a Lampedusa, per superare il cosiddetto ‘digital divide’.

Non sta andando proprio così. A un anno dal primo lockdown, gli italiani e le italiane continuano a vivere in emergenza, magari a bassa intensità ma sempre di emergenza si tratta. Per informazioni basta rivolgersi alle categorie economiche più colpite dagli effetti collaterali del covid-19, che ogni settimana incrociano le dita sperando che la loro regione sia classificata in zona gialla, o al limite arancione. Povero colore rosso, un tempo simbolo di libertà e di riscatto sociale, oggi ridotto ad avviso semaforico di stop. Quanto ai vaccini, lo stesso super Mario è stato costretto ad abbandonare la sua abituale, algida compostezza per denunciare in Parlamento che ce ne sono troppo pochi, e che quelli che ci sono non sempre vengono somministrati a chi ne ha più bisogno. Ahi. Se ci fosse un Giuseppe Conte qualunque con cui prendersela, perlomeno ci si potrebbe sfogare. Ma l’ex premier ha cambiato mestiere, da inquilino di palazzo Chigi è diventato leader del Movimento cinque stelle. Invece di battagliare con la Lega, discute con Casaleggio jr e la piattaforma Rousseau.

Quanto al Partito democratico, resta un mistero senza fine brutto. Cambia segretario con precisione svizzera, discute al suo interno giorno dopo giorno dopo giorno sulla sua identità e sulla linea politica da seguire, accetta di sedere alla tavola del consiglio dei ministri non solo con i Cinque stelle ma anche con Berlusconi, Salvini, e lo stesso Renzi. Tutti insieme appassionatamente, dietro super Mario. Un mini condono ha sancito l’allargamento di una maggioranza che potrebbe andare avanti fino alla scadenza naturale della legislatura. Il tempo necessario per mettere a punto la strategia d’intervento legata ai circa 200 miliardi del Next generation Ue. In parole povere, la ripartenza dopo la pandemia. Insomma viviamo in un eterno presente, dove la lotta politica è ridotta ai minimi termini: la sinistra, divisa e dispersa, può ben poco, mentre la destra meloniana di opposizione resta saldamente alleata con la destra salvinian-berlusconiana di governo. Passano i decenni e la politica italiana resta un unicum. Molto pittoresca. Niente paura comunque, Mario Draghi vigila su di noi. Lui saprà risolvere i problemi come e più di mister Wolf, l’indimenticabile Harvey Keitel di Pulp Fiction. Un rapido gesto della mano et voilà, ecco milioni e milioni di dosi di vaccini che compaiono magicamente, nemmeno si fosse ad Hogwarts. Mario Draghi come Albus Silente, contro Voltemort e i mangiamorte che vogliono ricacciare l’Italia nell’era buia del Conte 2. Certo per ora è solo una favola. Ma bisogna avere fede, la Pasqua è alle porte.