“La forza silenziosa delle donne” - di Marcella Conese

Dodici donne raccontano la fatica, la voglia di riscatto, l’emancipazione come affermazione della differenza

“La forza silenziosa delle donne” è un documentario nato da un’idea di Manuela Taratufolo, prima donna a ricoprire il ruolo di Segretaria Generale della Camera del Lavoro di Matera e di Marcella Conese che, dopo vari incarichi politici nella CGIL lucana, oggi è segretaria generale della FILCAMS di Matera. Il documentario è stato realizzato nel 2019 dalla FILCAMS-CGIL di Matera e da Rvm Broadcast, in collaborazione con la Fondazione Matera Basilicata 2019. Il documentario ha visto la luce nell’anno in cui la città dei Sassi è stata nominata Capitale Europea della Cultura. [Ndr]

“La forza silenziosa delle donne” è la storia di un territorio, osservata con gli occhi di 12 donne e raccontata con parole semplici, spesso in dialetto, con tanta emozione e malcelate timidezze.
Storie che descrivono uno spaccato inedito della vita nei Sassi di Matera, prima dello sfollamento forzato, narrano la miseria e l’analfabetismo della stragrande maggioranza della popolazione, raccontano la voglia di riscatto e il tentativo di reagire ad una condizione di subordinazione mai accettata.

In ogni storia, c’è la fatica quotidiana di ogni donna, dalla casalinga alla dirigente, dall’insegnante all’operaia; ognuna con una visione speciale della vita, con alcuni tratti comuni: la pervicacia, la costanza e la determinazione, la voglia impopolare di andare controcorrente.
“In 20 anni di lavoro nel sindacato – racconta Manuela Taratufolo – abbiamo avuto la preziosa possibilità di incontrare tante donne apparentemente comuni, che ci hanno regalato pezzi della loro quotidianità, della vita trascorsa nelle zone più isolate della Basilicata; attraverso le loro parole, abbiamo compreso che il cammino verso la piena emancipazione femminile è fatto di grandi azioni, ma anche di piccole rivoluzioni compiute tra le mura domestiche.”

Maria, sindaca eletta nelle liste del PCI del comune di Aliano (paese in provincia di Matera divenuto famoso per il racconto che ne fa Carlo Levi in “Cristo si è fermato ad Eboli”), racconta la miseria e le condizioni insalubri in cui vivevano i suoi concittadini tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’80; Adriana, una delle prime donne che ha avuto accesso alla magistratura in Italia, dopo la legge del 1965; Titti, la prima donna a ricoprire la carica di consigliera regionale della Basilicata, negli anni ’70, eletta nelle liste del PCI.

E poi Marianna, maestra di campagna che racconta la voglia di riscatto dei suoi alunni, figli di contadini, Giulia, bracciante che avrebbe tanto desiderato studiare, Carmela, attivista del PCI e della CGIL, che negli anni della riforma fondiaria diffondeva l’Unità percorrendo in lungo e in largo le campagne con le scarpe consumate, Filomena, operaia tessile ai tempi del tentativo di industrializzazione della Valle del Basento, Rosa, pantalonaia, Chiara, casalinga che è andata in moglie ad uno sconosciuto che poi ha amato per tutta la vita, Cetty, ostetrica di strada, Maria, operaia che per dare una vita dignitosa ai figli va lavorare in Germania e Maria Rosaria, materassaia che cuciva a mano gli orli dei materassi ed aveva imparato a leggere e scrivere da autodidatta attraverso i libri di scuola dei figli.

Una narrazione privata che diventa patrimonio comune, memoria storica e spaccato di una società arretrata, che è fatta di donne che, anche in situazioni difficili, senza mezzi ed istruzione, hanno provato a cambiare il loro mondo, dando un contributo silenzioso ma effettivo al movimento femminista, che negli stessi anni si affermava in Italia.

Un movimento che ha cambiato la coscienza delle donne, gli stili di vita, la società.

Quasi tutte le grandi leggi civili dell’Italia hanno visto la luce grazie alla capacità delle deputate e delle donne di rompere gli steccati ideologici e i recinti dei partiti, anche quando l’Italia era divisa e i partiti contrapposti: prima fra tutte, la legge 194 del 1978 sulla Interruzione Volontaria di Gravidanza, sottoposta a referendum nel 1981 e difesa con il 68% dei consensi; la legge sulla violenza sessuale che ha mobilitato per anni il movimento femminista e che ha visto la luce solo nel 1996; la legislazione in tema di parità sul lavoro; la legge del 1965 che rende possibile anche per le donne l’accesso ai pubblici uffici.

Le storie “private” raccolte nel documentario sono il punto di vista di 12 donne che hanno osservato e vissuto i profondi mutamenti sociali di quegli anni da un osservatorio svantaggiato, che non è stato mai raccontato, ma che deve costituire memoria soprattutto per le giovani donne.

E rappresentare per queste un monito a non fermarsi, a non smettete di cercare, sperimentare, combattere con passione e con intelligenza, perché nulla è dato per sempre, nella vita privata come nella vita pubblica.
Grazie alle donne di ieri, quelle famose ma anche quelle sconosciute, che hanno combattuto la loro silenziosa battaglia tra le mura domestiche, tante donne di oggi possono.


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