Fiarvep, l'ultima arrivata nell'universo Filcams - di Calogero Governali

L’ultima categoria che si unificò nella Filcams fu la Federazione italiana agenti, rappresentanti, viaggiatori e piazzisti (in sigla Fiarvep), fondata a Firenze nel 1945 e diretta fino al 1947 dal fiorentino Ferdinando Santi.
Questa federazione era l’erede della Unver (Unione nazionale viaggiatori e rappresentanti) sorta nel 1901 e attiva fino all’epoca fascista, quando venne sciolta dal regime.
Le quattro tipologie di lavoratori che organizzava la Fiarvep erano evidenziati nel nome (agenti, rappresentanti, viaggiatori e piazzisti).
Il convegno fondativo della Federazione si tenne a Firenze, nell’ottobre del 1945, ad opera di un Comitato promotore, guidato da Santi, che si fece carico della fase organizzativa.
Durante i lavori del Convegno venne approvato uno Statuto provvisorio che prevedeva una struttura direttiva composta da: Comitato centrale, Segreteria, Collegio dei sindaci.  Vennero costituite diverse commissioni per cercare una regolazione comune tra le quattro tipologie  di lavoratori, in gran parte legati alle imprese da rapporti di lavoro regolati da accordi individuali.
I lavoratori della categoria erano infatti divisi al loro interno tra chi si considerava un libero professionista (o un piccolo imprenditore) e chi invece si riconosceva come un lavoratore dipendente.
Una delle richieste più importanti, che accomunava tutto questo variegato mondo, era il riconoscimento giuridico della professione da realizzarsi attraverso la creazione di un Albo professionale.
Delle regole comuni e dell’albo professionale si discusse approfonditamente nel 1° Congresso nazionale della Federazione che si tenne a Roma nel gennaio del 1948. Il Congresso valutò positivamente l’adesione della Fiarvep alla Cgil, approvò lo statuto definitivo ed elesse come segretario generale Ferruccio Rigamonti. La sede venne fissata a Milano.
I lavori congressuali affrontarono anche i problemi della previdenza e dell’assistenza affidata, fin dal 1939, all’ente previdenziale Enasarco. Il Congresso approvò anche la pubblicazione del giornale della federazione “Il Produttore” che per oltre 30 anni illustrerà la vita della categoria. I lavori congressuali evidenziarono ancora una volta le diversità tra chi si sentiva un “lavoratore autonomo” (principalmente agenti e rappresentanti) e chi “lavoratore dipendente” (generalmente viaggiatori e piazzisti) che portò, di li a poco, a scissioni determinate, in parte da questi dissensi, in parte dall’uscita della componente cattolica dalla Cgil dopo gli scioperi per l’attentato a Togliatti. Un’urgenza era quella del rinnovo dei contratti collettivi dei vari comparti, tutti risalenti agli anni del fascismo. Nonostante l’impegno profuso si arrivò al secondo Congresso, tenuto a Roma nel dicembre 1951, senza che alcun contratto fosse rinnovato. Sarà solo nel 1952 che verrà firmato il contratto dei viaggiatori e piazzisti delle aziende industriali, mentre quello dei viaggiatori e piazzisti delle aziende commerciali sarà rinnovato solo nel 1974. Nel 1956 venne firmato un accordo per gli aspetti previdenziali e per una prima riforma dell’Enasarco, completata poi nel 1974.
Dal lato organizzativo, nel Congresso del 1966 venne proposta per la prima volta l’affiliazione alla Filcams, garantendo alla Fiarvep una propria autonomia organizzativa, come Sindacato affiliato con propri organi dirigenti. A guidare la categoria venne eletto Giorgio Bombini.
Nel 1968 si concluse positivamente, con la legge n. 316/1968, l’iter che portò a un riconoscimento giuridico della professione con l’istituzione dell’Albo professionale. Negli anni ’70 vi fu una diversa organizzazione che superava il concetto di “mestiere” e teneva, invece, conto del settore merceologico di appartenenza dei lavoratori; fu così che i viaggiatori furono inquadrati in parte nella Federazione del commercio Filcams e in parte in quello dell’agroindustria Filziat.
Ancora nel 1977, con il 10° Congresso della Fiarvep presieduto dal segretario fiorentino Alfio Vignoli, non si era raggiunta una piena unità con la Filcams, tanto che nel Congresso di quest’ultima si approvava un odg che delegava il Consiglio generale a riprendere gli incontri con la Fiarvep per arrivare all’unificazione tra le due Federazioni, cosa che sarebbe avvenuta poco tempo dopo.


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