La centralità del lavoro ha fatto sì che la CGIL portasse avanti con determinazione la battaglia per la difesa della Costituzione. Una battaglia civile che ci ha portato a contrastare, e contribuire a sconfiggere, il referendum costituzionale “manomissivo”. Oggi dobbiamo mettere in campo un’iniziativa capace di contrastare la secessione dei ricchi camuffata da autonomia differenziata, la deriva xenofoba e razzista, le pulsioni autoritarie e reazionarie che hanno fatto breccia anche tra i lavoratori, i pensionati, i disoccupati di ogni generazione, in testa quelli più anziani.
Siamo gli unici a contrastare le politiche liberiste e monetariste della Commissione europea, del Fondo monetario internazionale, della Banca mondiale e della Bce, in nome dell’Europa sociale. Siamo l’unica forza che chiede il superamento dei parametri imposti dal Trattato di Maastricht, nel segno di una politica di sviluppo e di espansione. Non contro qualcuno ma per qualcosa: garantire il lavoro, affermare i diritti sociali e di cittadinanza, a partire dal salario e dalle condizioni di lavoro, riconoscendone la fatica con un sistema pubblico, flessibile e volontario di pensionamento, che sia in grado di distinguere le differenze tra le diverse mansioni e la differenza di genere. E ancora, assicurare un reddito agli inoccupati e ai disoccupati, attraverso gli ammortizzatori sociali, con una politica dei redditi nella quale chi più possiede più paga. Un sistema fiscale equo e solidale ricostruisce le condizioni di uno stato sociale universalistico.
La sinistra sindacale ha una lunga storia di collettivo organizzato all’interno delle regole democratiche dell’organizzazione, con militanti che si sono formati anche in questi anni, con delegate, delegati e dirigenti che si sono sperimentati nella contrattazione, nelle vertenze, nella direzione di strutture. Siamo stati e siamo una sinistra sindacale costituita, capace di produrre contributi, documenti, riviste e periodici, di fare iniziative, assemblee pubbliche, mai settaria o chiusa nel proprio recinto. E collocata nella CGIL mai all’opposizione, sia come minoranza congressuale che come parte della maggioranza.
Siamo oggi disponibili al confronto aperto per dare vita non ad una sinistra sindacale ma alla sinistra sindacale, che vada oltre noi e che, nelle forme e nelle modalità che decideremo insieme, concorra a far navigare tutta la CGIL in mare aperto, avendo certo l’approdo comune.