Raffaele Lieto, avanguardia del movimento operaio - di Eduardo Pizzo

Militante, sindacalista e organizzatore: il ricordo di un Compagno esemplare

Raffaele Lieto nasce a Baiano il 14 Febbraio 1954, punta estrema ad ovest della Provincia di Avellino, area a forte connotazione agricola, confinante con le province di Napoli e Caserta; questa precisazione è importante anche per tracciarne il percorso politico sindacale.

Il padre era emigrato in Germania, ed è emigrante lui stesso, prima in Germania dal 1970 al 1972, poi in Piemonte dove lavora in alcune aziende del calzaturiero Valsesia, già attivista politico in formazioni della sinistra extraparlamentare; in seguito, aderisce al PCI.

In Germania matura, fin da ragazzo, quella che possiamo definire la sua “coscienza di classe” nel complesso industriale della Telefunken, ove svolge attività politica e sindacale, subendo tre licenziamenti per rappresaglia con altrettante riassunzioni, rese obbligatorie per la fondatezza delle iniziative compiute, specie quelle sulla tutela medico-sanitaria di lavoratrici e lavoratori.

Ritornato in Irpinia, nel 1975 comincia a collaborare con la Federbraccianti-CGIL, prima come volontario e riferimento di zona del Baianese e Valle di Lauro, dove riesce a sindacalizzare, in molte aziende agroalimentari, lavoratori forestali e braccianti.

Il forte impegno lo porta ad essere chiamato come funzionario e componente della Segreteria di Avellino della Federbraccianti, poi Flai-Cgil Avellino, dal 1978 al 1984.

Nel periodo dell’immediato post terremoto del 23 Novembre 1980, che devastò le aree interne e di Avellino, Salerno e Potenza, viene indicato unitariamente quale responsabile della gestione e smistamento degli aiuti raccolti nazionalmente da CGIL CISL UIL, che arrivano a Baiano per essere smistati verso le aree e paesi colpiti dal sisma.

Una vicenda umana, che per Raffaele è stata scuola di sindacato e di militanza politica, fatta di fabbrica, lotte sindacali e preparazione culturale da autodidatta nell’impegno politico e negli approfondimenti sulle materie giuridiche e sulla legislazione del lavoro che lo hanno condotto ai vertici della Cgil in Irpinia prima, e della CGIL regionale della Campania poi, con tante iniziative coraggiose, prime tra tutte quelle della tutela del bene comune della salute umana e delle specie viventi e dell’ambiente. Per tutte vale il contrasto duro, condotto dalla CGIL irpina tra gli anni ’80 e ’90, contro l’ex-Isochimica, operante al Borgo Ferrovia, ad Avellino, la fabbrica della morte per le contaminazioni d’amianto, generatrici del letale mesotelioma che ha ucciso oltre trenta lavoratori.

Nel 1984 è eletto Segretario Generale della Filcea: segue il distretto della Concia di Solofra, ma anche l’azienda Isochimica dal 1985/6, che si occupava della scombentazione dall’amianto dalle carrozze ferroviarie: denuncia le pratiche scorrette altamente lesive della salute dei lavoratori e lo smaltimento abusivo di amianto nei corsi d’acqua del territorio.

Raffaele colloca la CDLT di Avellino in prima fila nelle battaglie legali e sindacali contro l’amianto e per la tutela degli esposti facendo del tema della qualità del lavoro e della qualità dell’ambiente, non solo in fabbrica ma anche nel territorio, le coordinate della sua azione sindacale, creando le premesse di un forte sviluppo di una coscienza ecologista ambientalista nel territorio.

Ambiente, sicurezza, lavoro dignitoso - così come la ricerca costante di una pratica sindacale unitaria, costante nelle differenze, l’autonomia sindacale, o meglio, l’indipendenza sindacale dai partiti politici (seppur attivista e militante politico) negli anni delle correnti e delle “cinghie di trasmissione” - sono i punti cardinali dell’impegno e la caratterizzazione della sua azione e attività sindacale a cui sino all’ultimo ha dedicato il massimo impegno. Perché, nel suo pensiero, ambiente, tutela del territorio, industrializzazione rispettosa delle regole e della qualità della vita sono state inscindibili.

Queste idee, e la capacità di farle vivere sindacalmente e politicamente tra lavoratrici e lavoratori, l’hanno portato ad essere eletto nella Segreteria Confederale Cgil Avellino nel 1992, e nel 1994 a divenirne Segretario Generale.

Persona curiosa ed intelligente, non ha mai smesso di interrogarsi e di sollecitare riflessione e studio.

Il terremoto in Irpinia, la ricostruzione e l’industrializzazione sono stati i temi principali della sua segreteria, preoccupato sempre di coniugare ambiente, territorio, sviluppo sostenibile con la lotta alla corruzione, allo spreco di denaro pubblico e alle infiltrazioni della malavita organizzata negli appalti della ricostruzione.

Con le Cgil di Benevento, Campobasso, Foggia e Potenza avvia un protocollo per lo sviluppo infra-regionale. Diventa punto di riferimento nella CGIL e della Sinistra Sindacale nel territorio e nella Regione per il suo rigore morale, onestà e sobrietà e per la visione di cui era portatore atta a promuovere il rilancio delle zone interne della Campania e del Mezzogiorno.

Nel 2000 cura la pubblicazione di un libro sul “50° anniversario della occupazione delle terre in Alta Irpinia” da parte dei braccianti.

Dal giugno del 2001 entra nella Segreteria Regionale Cgil Campania, dove continua ad occuparsi di ambiente e territorio di dissesto idrogeologico con la tragedia della frana di Sarno e quella di Quindici di Nola, di tutela del territorio inquinamento, rifiuti, ciclo integrato delle acque. Si occupa anche di politiche attive del lavoro.

Sviluppa, con grande intuito e la capacità di innovazione che gli sono proprie, una serie di convenzioni con l’Università “Vanvitelli” di Caserta e con la Federico II di Napoli, per corsi di formazione e approfondimenti tematici rivolti a delegati e giovani funzionari sindacalisti su ambiente ecologia e sviluppo sostenibile. Apre una vertenza sulla messa in sicurezza della Centrale nucleare del Garigliano.

Nel 2003/4, con Claudio Treves e con il dipartimento MdL della Cgil Campania, dà alle stampe un approfondimento sulle tipologie di lavoro precario e forme di tutela, dal titolo “La conoscenza come faro per i lavoratori e sindacalisti”.

Riconosciuto per il suo rigore e per la sua capacità di lavoro veramente notevole nel Novembre 2008, gli viene chiesto di occuparsi della categoria dei servizi e del commercio.

La malattia, che dal 2016 l’ha colpito, gli ha impedito di completare adeguatamente il percorso iniziato e portato avanti con tanti sacrifici personali e familiari.

“Vi amo immensamente, avrei voluto farlo ancora e meglio”: con questo messaggio, scritto sul suo profilo facebook nel momento della consapevolezza della imminente fine, ha voluto salutare i suoi compagni. Questo era Raffaele Lieto!