Fermare il crepitio delle armi, non inviarne! - di Giacinto Botti

La guerra va fermata. Il prezzo più alto lo paga, ancora una volta, la parte più povera della popolazione, i bambini, gli anziani e le persone più deboli.

Prima di tutto la Pace, la libertà e l’autodeterminazione dei popoli.

Non ci costringeranno a mettere l’elmetto, non saremo tifosi o partecipi di una guerra che si doveva evitare e che si può fermare con la politica, la diplomazia, il negoziato, con la lungimiranza di chi ricopre ruoli istituzionali nazionali e internazionali.

Resteremo persone pacifiche, rifuggiremo il manicheismo, la retorica dei guerrafondai, l’opportunismo ipocrita e vigliacco di coloro che facevano e fanno affari con gli oligarchi russi, che esprimono il peggio del liberismo sulle spalle dei lavoratori e di gran parte del popolo.
Siamo stati contro il massacro della guerra nell’ex Jugoslavia, quando anche in CGIL era considerata una “contingente necessità’, contro le aggressioni all’Iraq e all’Afghanistan, contro tutte le altre guerre fatte per interesse e per dominio.

La priorità è far tacere le armi, imporre la politica e il negoziato, inviare aiuti alimentari e sanitari, aprire corridoi umanitari ai profughi, esprimere vicinanza e solidarietà al popolo ucraino, applicare sanzioni mirate a colpire le oligarchie e gli affari e non la popolazione; è sbagliato e incomprensibile che l’Europa, e soprattutto l’Italia che nella sua Costituzione ‘ripudia la guerra’, abbiano deciso di inviare armi e sostegno militare all’Ucraina, dando persino parere favorevole alla costituzione e all’intervento di fantomatiche ‘brigate internazionali’: così si entra direttamente in guerra, si incentiva e si prolunga la natura armata dello scontro, si amplia il conflitto e la sofferenza di un popolo, sino alle inimmaginabili conseguenze di una guerra su vasta scala fino all’uso di armi atomiche. Le armi non sono la soluzione, ma benzina sul fuoco!

Bisogna scegliere la strada del disarmo.

Siamo per manifestare per la Pace contro la guerra, insieme a tutte le associazioni pacifiste, ambientaliste, antifasciste, con tutte e tutti coloro che ripudiano la guerra.Siamo per l’internazionalismo del movimento dei lavoratori, per la riconversione produttiva delle fabbriche di armi, contro i profitti enormi della loro commercializzazione.

Siamo per l’utopia del possibile e, come diceva il Presidente Pertini, occorre ”svuotare gli arsenali e riempire i granai”.

La Pace si fa togliendo spazio alle armi, con il riconoscimento e il dialogo tra tutte le parti in causa.

La CGIL saprà dare voce e rappresentanza al patrimonio umano, di civiltà e di solidarietà tra uguali che innerva ancora il paese, per contribuire ad affermare la Pace e i principi fondanti della nostra Costituzione.


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