Farmacie: finalmente il contratto - di Benedetta Mariani

L’intesa registra la complessità della categoria, ne riconosce le professionalità senza dimenticarne la funzione pubblica e sociale

Sottoscrivere un contratto nazionale non è mai semplice, per alcune categorie di lavoratrici e lavoratori appare ancora più complesso. Nella nostra categoria ce ne sono alcuni il cui percorso di rinnovo è complesso e pieno di ostacoli, a volte apparentemente insormontabili: il contratto dei multiservizi, rinnovato poche settimane fa, le guardie giurate e le farmacie sono tra questi.

In questi giorni è stato sottoscritto il CCNL delle farmacie private. Una trattativa difficile che è rimasta bloccata per lunghi mesi nelle secche di richieste, da parte di Federfarma, irricevibili. Per poter sbloccare il negoziato FILCAMS, FISASCAT e UILTUCS hanno messo in campo una serie di iniziative che hanno fortemente contribuito alla conclusione del negoziato. Assemblee nazionali on line, assemblee regionali, presidi di fronte alle prefetture con la consegna di una lettera in cui si chiedeva un intervento governativo, lettere inviate al ministro della salute in cui si è raccontato lo stato del settore e della trattativa. Tutte iniziative che sono riuscite ad alzare il livello dell’attenzione su una platea di lavoratrici e lavoratori polverizzato in migliaia di strutture che spesso hanno pochissimi addetti dipendenti: farmacie con uno o due dipendenti sono la normalità.

La situazione sociale e la pandemia hanno aiutato a rendere visibile il settore. Nel corso di questi mesi le farmacie hanno assunto un’importanza ancor più evidente di quella storicamente riconosciuta. L’affidamento di una serie di servizi, fino ad oggi riservati ai medici o alle strutture sanitarie, ha cambiato l’immagine e la visibilità delle farmacie e dei farmacisti: i tamponi rapidi e le vaccinazioni in particolare. Non va dimenticato nemmeno il contributo dato nell’arco di tutta la crisi pandemica con la continuità di servizio offerto, fondamentale soprattutto in piccole comunità dove la farmacia rappresenta il presidio sanitario più vicino e di semplice contattabilità.

Un settore esposto e la cui esposizione ha permesso l’accelerazione contrattuale di queste ultime settimane.

Nel merito, il contratto ha cercato di raccogliere alcuni aspetti importanti per l’evoluzione del settore. Il tema della professionalità, con la revisione degli inquadramenti dei farmacisti; il tema del welfare, con l’istituzione di un fondo di assistenza sanitario (di cui il settore era fino ad oggi sprovvisto); il tema della salute e sicurezza, con l’istituzione di “osservatori” a livello nazionale e territoriale. E’ stata riconosciuta la prestazione professionale per l’effettuazione della vaccinazione ed è stato rimesso ordine nel sistema della bilateralità: oggi nuovamente nella condizione di offrire reali prestazioni ai dipendenti.

Sui permessi è stato introdotto un sistema di maturazione progressiva, sul modello del contratto delle farmacie comunali, che però prevede l’anzianità di settore e non la semplice anzianità aziendale, come criterio utile alla maturazione dei permessi stessi. Il salario prevede un aumento di 80 euro erogati subito, nel mese di novembre, in una sola tranche, così da avere una importante “massa” salariale nel triennio.

La nota dolente di questo contratto è la mancanza dell’una tantum che ricopra almeno parzialmente il periodo di carenza contrattuale. E’ stata questa una battaglia che non ha visto soluzione positiva ma che ha permesso di tenere sul piano dei diritti e dell’organizzazione del lavoro, messa fortemente in discussione dalla nostra controparte.

Adesso deve partire quella che riteniamo la parte più importante di questo lavoro contrattuale: il percorso di validazione del contratto.

In questi giorni la sottoscrizione dell’accordo ha scatenato una grande polemica tra i lavoratori del settore: con toni, alle volte, molto accalorati, alcuni lavoratori hanno contestato il risultato della trattativa. La polemica più grande nasce sulla speranza di poter portare il contratto delle farmacie private nel comparto della sanità.

Questo obiettivo è però oggi, allo stato dei fatti, impraticabile per una serie di motivazioni giuridiche (la farmacia non è riconosciuta come struttura sanitaria a pieno titolo). Va tenuto presente che da parte dell’ordine dei farmacisti questo risultato viene auspicato, ma a parità di costi: espressione che rivela il fatto che anche un eventuale cambio di comparto non produrrebbe un risultato apprezzabile in termini salariali e normativi per i lavoratori del settore. Un’ulteriore considerazione è che in ogni caso a rappresentare il mondo padronale delle farmacie sarebbe sempre Federfarma, che esprimerebbe la stessa logica negoziale e gli stessi obiettivi contrattuali. Quindi quello che appare ai più come un obiettivo di riforma decisivo rischierebbe di restare un cambiamento senza significato concreto.

In queste settimane si sono svolte le assemblee di validazione del documento di rinnovo. Le polemiche seguite alla sottoscrizione del contratto hanno trovato una sintesi nella discussione con le lavoratrici e i lavoratori e hanno permesso di trovare una strada di dialogo importante, scarsamente percorsa in passato e che le nuove tecnologie, come le videoconferenze, hanno invece facilitato. Questo non significa che le cose saranno semplici e una maggiore partecipazione sarà assicurata, ma è possibile che con la sottoscrizione di questo contratto, con il dialogo che la FILCAMS ha scelto di perseguire con questo percorso di assemblee - a cui hanno partecipato anche realtà associative diverse - potrà costruire una condizione diversa per le prossime importanti scadenze future del settore, a iniziare dalla stesura del nuovo CCNL.