Coop alleanza 3.0: la proposta dei lavoratori - di Giusi Ungaro

A proposito del contratto integrativo aziendale 

Grande importanza rivestirà la discussione del CIA di Coop Alleanza 3.0, sia per la dimensione nazionale che assume la Cooperativa dei Consumatori nella distribuzione alimentare, sia per il patrimonio occupazionale diretto ed indiretto che Coop ha saputo investire negli anni, e anche per il consolidato e complesso sistema di relazioni sindacali intessuto nel corso del tempo.

Una nota a parte meriterebbe la trattativa conclusa in Sicilia, che ha portato alla fine della gestione diretta di Coop sul territorio siciliano e la gestione del marchio Coop al gruppo Radenza - con garanzia per i livelli occupazionali e salariali e un accordo sulle relazioni sindacali che mira a tenere uniti i lavoratori Coop e i dipendenti del gruppo Radenza - ed il costante monitoraggio sull’operazione di franchising, che prevede lo sviluppo della rete vendita con cinque nuove aperture.

Nel perimetro di Coop Alleanza rimangono invece Puglia e Basilicata con il progetto di riorganizzazione degli ipermercati, come opzione alternativa alla dismissione.

Il Cia si articolerà essenzialmente su tre grandi linee: stabilità occupazionale, buona occupazione e miglioramento salariale, con l’obiettivo unico di migliorare complessivamente le condizioni di lavoro. Eccessiva flessibilità, ricerca della produttività a scapito delle ore lavorate, aperture festive e domenicali con prevalenza di part-time, molti dei quali “involontari” - caratterizzati da una spinta alla flessibilità e allo spezzettamento del nastro orario - il part-time annuo, sono tutti fattori problematici evidenziati dalle lavoratrici e dai lavoratori, che condizionano la qualità della loro vita (conciliazione dei tempi vita-lavoro) e determinano la capacità di Coop di offrire un servizio adeguato, o meno adeguato, al consumatore.

La stabilità occupazionale deve passare dalla stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato e in somministrazione, compresi i fragili ed i vulnerabili, valorizzandone la professionalità anche attraverso percorsi formativi.

La buona occupazione, dato l’alto numero dei pt ‘involontari’ utilizzati dalla Cooperativa e la loro particolare caratteristica, passa attraverso la richiesta di consolidamento delle ore di lavoro, che ha la duplice finalità di assicurare un reddito più cospicuo alle lavoratrici ed ai lavoratori e limitare i disagi derivanti dalla eccessiva flessibilità della prestazione lavorativa. È necessario garantire regole certe per gli orari e i turni di lavoro e che questi siano esposti con ampio anticipo, consentendo una migliore conciliazione del lavoro con i tempi di vita; inoltre la contrattazione integrativa deve garantire a tutti i dipendenti l’opportunità di godere di domeniche di riposo e riaffermare la volontarietà alla prestazione nei giorni festivi, a cui deve seguire un’adeguata maggiorazione oraria proprio per l’importanza e l’eccezionalità che tali giornate rivestono per la vita privata e sociale.

Il Cia di Coop deve saper dare anche risposte ai cambiamenti e alle innovazioni (e-commerce, smart working e nuove professionalità), che devono comprendere sia tutto il personale aziendale (addetti, quadri e dirigenti) che i lavoratori dipendenti di terzi (appalti, società controllate) che collaborano con la cooperativa; Coop deve impegnarsi a garantire il rispetto delle condizioni di lavoro per le lavoratrici ed i lavoratori dipendenti dai franchising, deve attivare confronti preventivi con le OO. SS. su eventuali processi di esternalizzazione e di responsabilizzazione della stessa cooperativa nei confronti di dipendenti di altre aziende con cui collabora, affermando il principio della inclusività, in coerenza con i valori del sistema cooperativo; deve saper costruire una nuova rete di relazioni sindacali, data la complessità della rete vendita di Coop Alleanza, rafforzando le relazioni sindacali territoriali, il ruolo della RSU e delle RSA dell’unità produttiva, stando ferme le regole nazionali e della contrattazione collettiva nazionale; deve garantire l’agibilità dei singoli RLS e tutto il tema della prevenzione e sicurezza; deve entrare in modo costante, coerentemente con quanto già previsto dalle normative in materia, all’interno del sistema di relazioni sindacali e della contrattazione; deve saper parlare e dare risposta alle lavoratrici in tema di politiche di genere, sia per quanto riguarda le disparità salariali uomo-donna (recentemente approvata legge), sia per uguale opportunità di accesso alle posizioni apicali, sia perché il CIA deve contenere l’istituzione di un apposito organo deputato a ricevere notizie, segnalazioni e denunce di molestie e/o violenze di genere, dal quale ogni lavoratore ed ogni lavoratrice possa ricevere assistenza e consulenza; deve saper fornire elementi utili alla formazione continua di tutto il personale, sia come arricchimento e consolidamento delle competenze professionali sia come strumento di reinserimento per lavoratori dopo un periodo di aspettativa.

È una sfida importante a cui siamo chiamati tutti, lavoratrici e lavoratori, organizzazioni sindacali ed il sistema cooperativo, con il suo bel pacchetto di valori e principi cooperativi, notoriamente fondati su mutualità, solidarietà, democrazia, pluralismo, equità.