Amedeo Montagna, un uomo mite e determinato - di Fulvio Rubino

Ho conosciuto Amedeo Montagna nei primi anni del 2000, quando lui diventò Segretario Generale dell’allora Sindacato Nazionale Scuola (dopo qualche anno, nel 2004, il SNS con lo SNUR diedero vita all’attuale FLC – Federazione Lavoratori della Conoscenza). Fui immediatamente colpito dalla sua capacità di ascolto, dalla sua capacità di visione a tutto tondo, dalla sua mitezza e, contemporaneamente, dalla sua determinazione nelle scelte e nelle decisioni. L’amicizia che venne a svilupparsi mi permise di comprendere successivamente che il suo modo d’essere era frutto di una lunga militanza politica che, nel tempo, lo aveva reso libero da schematismi preordinati ma, al contempo, uomo d’organizzazione su cui contare sempre.

La sua capacità di portare avanti il sindacato in modo partecipativo permise a tutti noi di vivere un periodo entusiasmante i cui frutti tangibili furono, dopo solo una stagione congressuale, l’aumento dei delegati sindacali e delle RSU e l’aumento di circa il 60% degli iscritti: risultati mantenuti vivi e migliorati negli anni fino a quando è stato segretario della FLC CGIL Brindisi.

Mai una polemica fuori posto. Era l’applicazione pratica del concetto di “mediazione” di Pietro Scoppola quale “confronto sul terreno della ragionevolezza”, tenendo ben fermo l’orizzonte verso cui tendere: l’interesse di tutti i lavoratori della scuola ed al contempo degli alunni.

Pronto a valorizzare i giovani perché fermamente certo che non c’è futuro se ad essi non si dà credito e non li si mette nelle condizioni di attivare i loro interessi.

Ha messo dinnanzi a qualsiasi interesse individuale il primato del gruppo e per tale motivo, per la FLC CGIL di Brindisi è ancora “il segretario”.

Per me personalmente è stato non solo grande amico, ma, ancor di più, un grande Compagno: Compagno di Sinistra ma, anche, incarnazione del “cum panis” per la condivisione di una parte di strada percorsa insieme e le relative gioie, lavori, lotte e sofferenze. Con ciò non voglio asserire che tra noi non ci siano stati scontri, diversità di vedute, fraintendimenti, diatribe: ordinaria amministrazione in un gruppo che vuol impegnarsi sempre e che con la discussione e la condivisione determinava le soluzioni.

Come uomo poteva essere classificato come “di compagnia”, sempre pronto a venire incontro per qualsiasi necessità personale, sempre pronto ad incoraggiare a coltivare le proprie idee, sempre pronto a sdrammatizzare con l’ironia, sempre pronto alla convivialità e ad un buon bicchiere di vino.

Avrebbe meritato, lui e i suoi familiari, gli abbracci delle tante persone che lo stimavano. Invece, come tutti da più di un anno, nel silenzio e nella solitudine, è venuto a mancare il suo sorriso e non abbiamo ancora potuto onorarlo come avrebbe meritato.
Alla nostra profonda consapevolezza di ciò che abbiamo perduto, la responsabilità e l’impegno di percorrere i sentieri identitari a noi tanto cari…

Grazie Amedeo!