NUMERO 100 - Tre tappe che vogliamo ricordare

Maggio 2012, dicembre 2014, febbraio 2019: Riproduciamo i filorosso di tre numeri di “reds”: quello del primo numero pubblicato, quello con cui annunciavamo, nostro malgrado, la possibile cessazione delle pubblicazioni (ma non è avvenuto!) e il primo editoriale che ha firmato il compagno Federico Antonelli.

 

Combattere oggi per conquistare il domani
di Andrea Montagni

Al Congresso avevamo un impegno. Quello di dar vita ad un periodico on line che “segnasse” la presenza di un punto di vista altro e critico all’interno della maggioranza. Oggi lo realizziamo. Con ritardo è arrivato il riconoscimento del contributo di ‘Lavoro Società’ al rafforzamento della Filcams. Adesso ci siamo. Con un compagno nell’apparato nazionale a consolidare la rete diffusa nelle aziende e nelle strutture territoriali. Ripartiamo con umiltà e determinazione.
Il governo ha varato una controriforma delle pensioni che ha elevato a quasi 67 anni l’età per uomini e donne, con una contemporanea drastica riduzione della copertura contributiva. Ha varato un programma di liberalizzazioni, tra cui quella degli orari commerciali, cercando di distruggere la cultura di un paese ed anche vent’anni di contrattazione sulle politiche degli orari. E ora presenta un disegno di legge per rendere più facili i licenziamenti, riforma in peius gli ammortizzatori sociali e niente fa contro la precarietà.
La nostra categoria è una delle più esposte. Qui in passato sono state introdotte tutte le forme di lavoro precario e le condizioni più difformi di prestazione del lavoro. La crisi e l’attacco del governo sono arrivati mentre ci preparavamo a risalire la china. Non basta la nostra esperienza, la capacità di operatori e dirigenti, la determinazione dei delegati: per affrontare questa temperie non basta essere esperti. Bisogna essere rossi. Esser rossi vuol dire avere chiaro che nel lavoro sindacale la bussola d’orientamento è la trasformazione sociale. Combattere oggi per conquistare il domani, senza rassegnarsi all’ineluttabilità del neoliberismo: un altro modello è possibile.
Arrivederci!

 

Arrivederci
di Andrea Montagni

A maggio 2013 usciva il primo numero di “Reds”, foglio di collegamento delle compagne e dei compagni di Lavoro Società in FILCAMS CGIL, come recita pomposamente la testata.
Per tre anni abbiamo svolto questo compito cercando di parlare a tutta la FILCAMS e a tutta la CGIL.
“Reds” usciva in accordo con la FILCAMS che ha messo ogni anno a disposizione le risorse per permettere a questo mensile di uscire regolarmente, sostenendo l’impegno, accanto a quello di delegate, delegati e funzionari della FILCAMS che hanno fatto e fanno riferimento a Lavoro Società, di 4 professionisti, tre giornalisti e un grafico, che hanno dedicato una parte della loro attività lavorativa.
La Segreteria uscita dall’ultimo congresso mi ha comunicato che queste risorse non sarebbero state più a disposizione, contrariamente a quanto previsto. Sono risorse modeste ma destinate a retribuire professionisti.
Ovviamente questa decisione non mette in discussione il diritto dei compagni ad organizzarsi e riunirsi collettivamente con le risorse dell’organizzazione – come da Statuto – né nega il pluralismo delle aree e dei collettivi di fatto esistenti, semplicemente lo complica. E’ comunque una decisione sbagliata – che “parla” assai chiaramente del “nuovo” pluralismo immaginato da larga parte del nostro gruppo dirigente - e che subiamo non condividendola. E poiché noi di Lavoro Società siamo comunque tenaci, al nostro ultimo coordinamento nazionale – che si è tenuto in occasione del Direttivo nazionale FILCAMS del 17 novembre – avremmo deciso che la fine di “Reds” mensile non avrebbe coinciso con la sua chiusura tout-court: “Reds” si trasforma in trimestrale. Arrivederci ai primi di marzo, dunque!
E come ormai diciamo tutti in CGIL: al lavoro e alla lotta!
Al lavoro e alla lotta!

 

Al lavoro e alla lotta!
di Federico Antonelli

Dignità del lavoro e dei lavoratori, equità sociale, un modello diverso di Europa con al centro il lavoro, rispetto dei migranti e strategie di accoglienza e integrazione, contrattazione e politiche salariali, democrazia interna alla CGIL e pluralismo nella concordia, necessaria al bene comune dell’organizzazione.
Queste le parole d’ordine della conclusione del XVIII congresso. Parole d’ordine ribadite nel corso dell’applauditissimo intervento del neo eletto segretario Maurizio Landini.
Quelli di Bari sono stati giorni impegnativi. Duri per le incertezze di un esito mai scontato. Entusiasmanti per il livello di un dibattito intenso.
Congresso iniziato con la colpevole assenza del governo e concluso con un risultato finale che ci permette di presentarci, al paese e alle lavoratrici e lavoratori che a noi si rivolgono, uniti in una linea condivisa.
Se è giusto e corretto che tutti gli interventi finali abbiamo richiamato all’unità, e noi ci riconosciamo in questo obiettivo, pur in una visione pluralista e democratica dell’organizzazione, riteniamo che una profonda riflessione vada fatta su questo congresso. Non per mettere l’accento sulle divisioni, ma sui meccanismi democratici e politici che tutti i pluralismi devono poter praticare. Perché le regole sono garanzia di tutti, e soprattutto il rispetto delle stesse è sicurezza di trasparenza del dibattito, lealtà delle posizioni e chiarezza nei confronti degli iscritti.
Ora che il congresso è concluso siamo chiamati a un grande e vero obiettivo: far vivere nelle aziende e nelle piazze la nostra linea. A cominciare dalla grande manifestazione del giorno 9 febbraio.
Perché il vero cambiamento è in noi, e richiamando le parole conclusive della Segretaria uscente Susanna Camusso: compagni, al lavoro, alla lotta!


Print   Email