L’ennesima “sanatoria di mercato” - di Riccardo Chiari

Di fronte alla sanatoria dei lavoratori irregolari, varata dal “decreto rilancio” e in vigore da questo mese di giugno, appaiono più che mai fuori luogo le bugie e le strumentalizzazioni che continuano ad essere usate per lucrare consenso. In particolare da parte della Lega a guida Salvini, e più in generale dalle forze politiche di destra.
Tecnicamente, e in attesa dei decreti attuativi, le nuove norme dicono semplicemente che i datori di lavoro, se lo vorranno, potranno regolarizzare i rapporti con lavoratori stranieri nei soli settori di agricoltura, zootecnia, pesca, e servizi domestici e assistenziali presso le famiglie. Per farlo, sarà necessario presentare una richiesta, indicando la durata del contratto di lavoro e la retribuzione convenuta, non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di riferimento.

Con questo quadro, non ha torto chi sostiene che In Italia vogliamo i migranti soltanto come braccianti e badanti, con permessi limitati nel tempo, dando loro una patente di legalità fin quando raccolgono frutta e verdura, o assistono i vecchi nella loro ultima stagione dell’esistenza.

Non ha torto nemmeno chi osserva che la politica di regolazione dell’immigrazione segue le richieste di un “mercato” che continua a dominare le nostre esistenze. Non è stata la tutela dei diritti umani più elementari che ha mosso governo e Parlamento a questa sanatoria settoriale. Piuttosto è stata la paura, in tempi di coronavirus, di non poter continuare a “produrre” in settori ritenuti essenziali, per l’assenza di quell’esercito di riserva rappresentato da chi è costretto a lavorare senza alcuna garanzia né tutela.

“Dove si poteva approfittare dell’occasione per risanare i guasti dei cosiddetti decreti sicurezza, e insieme di un mercato nero del lavoro senza garanzie, si è preferito discriminare tra un’occupazione e l’altra, tra uno sfruttamento e l’altro”. Così tira le somme il quotidiano Avvenire, e lo stesso fa un altro giornale senza conflitti di interesse come il manifesto. Guarda caso, gli unici a tenere sempre un riflettore acceso su politiche europee che, fra porti chiusi e blocco a terra delle navi delle ong, hanno fatto del Mediterraneo una delle frontiere più pericolose al mondo, a protezione della Fortezza Europa.

Nel mentre la sanatoria in arrivo lascia fuori ad esempio chi lavora nei cantieri edili, nelle imprese di pulizia, in tutto il settore della ristorazione – comprendente i cosiddetti “riders” che meglio sarebbe chiamare fattorini – e nelle fasce fra il grigio e il nero della piccola manifattura. A dimostrazione che, seppur preferibile al governo gialloverde M5S-Lega della prima fase di questa legislatura, anche l’attuale esecutivo di Giuseppe Conte retto da M5S, Pd, Leu e Italia Viva non è certo da considerare come bandiera di una più avanzata giustizia sociale.

Retto com’è da un Parlamento che, in stragrande maggioranza, resta ostile ai migranti.