Venezuela, la miseria dei servi dell'impero - di Anika Persiani

Reds n. 3 - 2019 Hits: 737

Gli USA hanno vissuto lo Shut down più lungo della storia, lasciando 800 mila persone senza stipendio. Oltre ai senza tetto, ai “roulottari” e a coloro che vivono nelle fognature. Ma vogliono risolvere i problemi in Venezuela, paese dove – dice Trump – Maduro vuole sterminare il suo popolo; gli USA sono “amici” della Colombia (paese con record di mortalità infantile, analfabetismo, delinquenza e, guarda caso, icona degli interessi di ‘ndranghestisti e narcos) che ha ben 8 basi militari statunitensi; gli aiuti umanitari, infatti, li mandano via terra da lì, con una spesa quadruplicata, nonostante La Guaira, a Caracas, sia uno dei porti commerciali ed uno degli aeroporti più importanti del continente. E con il disconoscimento di tutte le organizzazioni internazionali, compresa la Croce Rossa.

Colombia e Venezuela hanno un regalo lasciato dalla deriva dei continenti; osservano due mari, due fronti continentali (a nord e a sud), e perfino il traffico commerciale di Panamà. E, non da meno, quello futuro che si svilupperà nel Canale del Nicaragua grazie agli investimenti cinesi, che cambierà le regole del commercio internazionale.

Il Governo degli Stati Uniti critica un paese che, da sempre, “nei peggiori bar di Caracas” ospita tizi intenti a spararsi il fine settimana, secondo il cliché importato del Far West e dalle mode statunitensi di imbracciare fucili e fare stragi nelle scuole e nelle maratone. Come succede in tutte le megalopoli latinoamericane e nordamericane che, già dagli anni venti, sono esplose demograficamente e non hanno importato propriamente architetti, medici o Professori di antropologia, ma gente che cerca di sopravvivere secondo il sogno americano (soldi facili e lavoro zero).

Con tutti questi problemi continentali, quello più importante pare essere Maduro. Un presidente eletto legittimamente che, a sua volta, ha a che fare con tizi che girano con bombe carta che costano come venti dei loro stipendi, che passano giorni e giorni per strada a manifestare distruggendo le città e lamentando il fatto che i figli non hanno di che campare. Ma girano il mondo, chiedendo ai governi di altri paesi di intervenire per massacrare i loro concittadini che non sopportano più di stare a guardare gente con i conti correnti all’estero che, attraverso il cambio di denaro che è più simile al riciclaggio, continua ad affossare la moneta locale. E più grave ancora, chiedono il riconoscimento di un tizio, formatosi alla Washington Accademy che, oltre ad aver studiato sotto la guida dall’economista Berrezbeitia e di accademici (pratici di rivoluzioni arancioni) del Fondo Monetario internazionale, prima di autoproclama Presidente, poi nomina Presidenti della Corte Suprema residenti negli USA, poi tenta di destabilizzare le forze armate venezuelane, poi di comprarle, poi di screditarle, poi di proporre loro addirittura un’amnistia e, poi ancora, chiede a forze armate di altri paesi di attaccare il suo proprio Stato.

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