Cento anni fa nasceva la Terza Internazionale - di Pericle Frosetti

Reds n. 3 - 2019 Hits: 635

Marzo 1919: Il messaggio del manifesto del partito comunista di Marx ed Engels si invera nella storia. “Proletari di tutti i paesi unitevi!”

Cade quest’anno il centenario della fondazione della Terza Internazionale, soggetto politico tra i principali protagonisti della storia mondiale tra le due grandi guerre del Novecento. Il congresso costitutivo si svolse a Mosca dal 2 al 6 marzo 1919, con la partecipazione con voto deliberativo di 35 delegati, in rappresentanza di 19 partiti e organizzazioni, riusciti ad arrivare nella capitale sovietica nonostante il blocco delle potenze dell’Intesa.

L’Internazionale comunista raccoglieva la bandiera della II Internazionale, fondata nel 1889 su spinta della corrente marxista del socialismo mondiale, soprattutto europeo e miseramente crollata di fronte alla guerra mondiale imperialista del 1914, nella quale la maggioranza dei partiti, con l’eccezione di quello italiano e pochi altri, e delle minoranze di sinistra degli altri, si schierarono con le loro borghesie senza opporsi al massacro di proletari che sconvolse il mondo dal 1914 al 1918.

Nasceva intorno ai socialisti, italiani compresi, che avevano rifiutato la guerra e alla spinta del partito bolscevico russo, protagonista di una rivoluzione che allora non era ancora definitivamente vittoriosa, ma che aveva segnato nel novembre dell’anno precedente il primo colpo, con la proclamazione del potere dei Soviet degli operai, dei contadini e dei soldati, insorti contro lo zar, contro la guerra, per la pace, la libertà, la terra e il socialismo.

Nel primo congresso Lenin fece il discorso inaugurale di saluto accogliendo i delegati che erano arrivati in Russia attraversando i confini di un’Europa appena uscita da una guerra ed una Russia ancora nel caos e priva di un potere consolidato in larga parte dei suoi territori. In quell’intervento ricordò con secche parole, senza alcuna retorica – dedicando loro la riunione - Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, capi dei comunisti tedeschi assassinati solo due mesi prima dalle guardie bianche e con la complicità della socialdemocrazia tedesca: “invito subito tutti i presenti ad alzarsi per onorare la memoria dei migliori rappresentanti della III Internazionale: Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg.

Quel primo congresso era per l’appunto l’inizio. L’internazionale avrebbe stabilito le sue regole, eletto i suoi organismi, nell’anno successivo nel suo secondo congresso, nel luglio-agosto 1920. La Terza Internazionale dei “21 punti”, che portò anche alla nascita del Partito Comunista d’Italia, è quella sancita dai documenti approvati nel 1920. Ma niente annulla in significato storico e politico della sua nascita nel marzo del 1919.

Nella giornata conclusiva, il 6 marzo, Lenin presentò le “Tesi e rapporto sulla democrazia e borghese e la dittatura del proletariato”, che vennero approvate all’unanimità. Di quelle Tesi voglio ricordare, riportandola, la 7a. Sono parole che possono essere lette oggi per avere un punto di riferimento teorico nel valutare l’atteggiamento di tanta sinistra su quanto avviene in Venezuela. Non certo per paragonare realtà affatto diverse tra loro e contesti storici assai lontani, ma per segnare una mentalità, un modo di valutare la sostanza e non solo la forma che le parole assumono nel contesto storico determinato…

“La Comune di Parigi, che tutti coloro i quali desiderano passare per socialisti onorano a parole, perché sanno che le masse operaie nutrono per essa una simpatia appassionata e sincera, ha mostrato con singolare evidenza il carattere storicamente convenzionale e il valore limitato del parlamentarismo e della democrazia borghesi, istituzioni sommamente progressive rispetto al medioevo, ma che richiedono inevitabilmente una trasformazione radicale nell’epoca della rivoluzione proletaria.

Proprio Marx, che ha valutato meglio di ogni altro la portata storica della Comune, ha mostrato, nel farne l’analisi, il carattere sfruttatore della democrazia borghese e del parlamentarismo borghese, in cui le classi oppresse si vedono concesso il diritto di decidere, una volta ogni tanti anni quale esponente delle classi abbienti dovrà “rappresentare e reprimere” (ver und zertreten) il popolo in parlamento. Proprio oggi, mentre il movimento dei soviet, abbracciando il mondo intero, prosegue l’opera della Comune sotto gli occhi di tutti, i traditori del socialismo dimenticano l’esperienza e gli insegnamenti concreti della Comune di Parigi, riprendendo il vecchio ciarpame borghese sulla “democrazia in generale’. La Comune non è stata un’istituzione parlamentare.

Il significato della Comune sta inoltre nel fatto che essa ha tentato di spezzare, di distruggere dalle fondamenta l’apparato statale borghese, burocratico, giudiziario, militare, poliziesco, sostituendolo con l’organizzazione autonoma delle masse operaie, che non conosceva distinzioni tra il potere legislativo e il potere esecutivo. Tutte le repubbliche democratiche borghesi contemporanee, compresa quella tedesca, che i traditori del socialismo a disprezzo della verità definiscono proletaria, mantengono questo apparato statale. Viene così confermato ancora una volta, e con assoluta evidenza, che gli strepiti in difesa della “democrazia in generale” sono di fatto una difesa della borghesia e dei suoi privilegi di “sfruttatrice”.

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