Mutualità e/o bilateralità? - di Andrea Montagni

Nel contributo del Coordinamento nazionale di Lavoro Società, sinistra sindacale confederale, sul documento per la conferenza d’organizzazione abbiamo sottolineato che la bilateralità, da ricondurre nell’alveo tradizionale di strumento di emanazione contrattuale, è di supporto all’azione contrattuale nei settori più deboli, per sostenere il reddito e il welfare integrativo sanitario e sociale. Il salario sociale, la mutualità solidale, la bilateralità sono presenti nel mondo del lavoro e nella nostra contrattazione e vanno organizzate e indirizzate, fermi restando la difesa e il rafforzamento del sistema pubblico sanitario nazionale.
Già nel 2009, nel tentativo di riorientare la nostra posizione tradizionale di sinistra sindacale sulla bilateralità e di fare i conti con una modifica del peso del welfare integrativo e contrattuale nel documento, preparato per il XVI Congresso nazionale della CGIL, “Il lavoro, il paese, la crisi, il sindacato che vogliamo”, eravamo giunti ad una prima conclusione. L’idea forza da cui siamo partiti è quella di rilanciare la mutualità solidaristica tra i lavoratori, con la prospettiva che benefici contrattuali che derivino da intese confederali e contrattuali per prestazioni integrative ai lavoratori e ai loro familiari siano gestite dai lavoratori stessi. La mutualità - aggiungo oggi - è una risposta che può unificare anche il vasto mondo del lavoro subordinato e precario offrendo soluzioni solidaristiche e concrete. In questa prospettiva strategica scrivevamo che “dobbiamo riprendere il dibattito avviato negli anni 80 per il superamento degli Enti bilaterali (…) tale discussione non deve sacrificare o negare valore a quegli istituti che – sia pure da riformare – hanno fornito strumenti di tutela per i lavoratori (…) Il sindacato deve avere l’ambizione di gestire direttamente e con gli organismi di vigilanza questi enti. Occorre prevedere che in tali organismi gli organi di gestione e di amministrazione non possano svolgere attività speculative e che le retribuzioni dei membri siano compatibili con quelle dei loro rappresentati e che le plusvalenze non possano essere dirottate a finanziare altri obiettivi”.
L’accordo sulla governance della bilateralità previsto dal rinnovo del CCNL dei lavoratori del commercio siglato con Confcommercio segna un significativo passo in avanti nella direzione giusta e come tale va salutato positivamente.


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