il 25 non sarà il punto di arrivo ma di partenza - di Giacinto Botti

Reds n 10_2014 Hits: 1582

La CGIL con autonomia e unità ritrovata ha deciso di convocare la manifestazione del 25 ottobre a piazza S.Giovanni.
Come Lavoro Società, sinistra sindacale CGIL, abbiamo valutato positivamente la scelta della mobilitazione ed espresso soddisfazione per la ritrovata unità. Coerentemente abbiamo votato il documento presentato chiedendo alcune aggiunte rafforzative, pur sapendo di essere in presenza di un testo “blindato”.
Abbiamo chiesto di rafforzare alcuni contenuti della piattaforma inserendo più marcatamente la presenza del diritto alla reintegra anche nel contratto a tutele crescenti, di evidenziare le nostre richieste sul fronte previdenza e fisco essendo problemi sentiti dai lavoratori e ferita aperta, di inserire il nostro dissenso e ricorso alla mobilitazione di fronte alla scelta del decreto da parte del governo, in coerenza con le dichiarazioni fatte dal segretario generale.
Il fatto politico essenziale è la scelta assunta con la mobilitazione.
Nel documento che indice la manifestazione è richiamata positivamente l’intesa interconfederale del 10 gennaio 2014 sulla democrazia e rappresentanza, che qualcuno in congresso aveva giudicato inaccettabile producendo purtroppo la rottura congressuale tra noi e con la CGIL.
Siamo dentro uno scontro anche sul fronte valoriale e culturale. E’ in atto una campagna di denigrazione e di delegittimazione del ruolo e funzione del sindacato confederale, della CGIL in particolare.
Il 25 ottobre sarà importante essere in tanti ma ancor più decisiva sarà la composizione di quella piazza, la nuova partecipazione, la coscienza e la consapevolezza che avremo costruito con i nostri iscritti e con le persone per reggere l’urto dello scontro.
Il 25 non sarà il punto di arrivo ma di partenza di una fase non breve.
Sarà uno scontro di classe durissimo, in presenza di una forte spoliticizzazione della classe lavoratrice, di debolezza organizzativa, di difficoltà nella tenuta solidale e nella mobilitazione unitaria. E, come sapevamo, con una CGIL in solitudine e senza una adeguata sponda politica. Gli interessi corporativi e di classe pesano e contano di più di chi rappresenta milioni di lavoratori e di pensionati, pesano perché hanno una rappresentanza politica dei loro interessi mentre oggi il lavoro, il movimento sindacale e la CGIL ne sono privi.
La nostra autonomia non può venire meno ma la politica non può sparire dal nostro orizzonte.
Abbiamo fatto la scelta di unità della CGIL, di essere sinistra sindacale impegnata a riaprire spazi, creare alleanze per riaffermare un sano quanto indispensabile contenzioso classista sui redditi, sulla ricchezza prodotta, sui salari, sui diritti, sulla democrazia reale, sul potere e sul destino del paese e delle persone.

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