Rsu autoconvocate, una buona notizia "per ripartire dal basso" - di Matteo Gaddi

Caramelle: “Sulla legge Fornero i sindacati hanno perso molto in termini di credibilità”

A proposito di partecipazione dei lavoratori, in questo periodo sta crescendo il movimento di Rsu autoconvocate sul tema delle pensioni. “Sulla legge Fornero – spiega Roland Caramelle, segretario generale della Filcams-Cgil Trentino - i sindacati hanno perso molto in termini di credibilità con i lavoratori: lo senti in tutte le assemblee dove vieni criticato per non aver fatto una battaglia vera contro la riforma Fornero, le 3 ore sciopero sono state ritenute uno scherzo”. “Il fatto che ricominci ad affermarsi una forma di autorganizzazione delle Rsu è molto positivo, può contribuire a rovesciare l’andazzo degli ultimi 20 anni, quando le decisioni dei sindacati non hanno quasi mai coinvolto i lavoratori, contribuendo a creare passività. Questa iniziativa che parte dal basso, dai delegati riconosciuti dai lavoratori, è assolutamente positiva”. Anche perché il tema delle pensioni tocca tutte generazioni, non solo una parte del mondo del lavoro: dai pensionati ai giovani non trovano lavoro. Il fatto che Rsu si mettano assieme a lavorare tra loro per organizzare iniziative che sono espressione di democrazia può rappresentare una ventata di ossigeno anche per le organizzazioni sindacali.

Oltre alle battaglie di carattere nazionale, la Filcams del Trentino è impegnata in centinaia di vertenze locali, a partire da quelle che riguardano appalti ed esternalizzazioni. “Tutto ciò che viene scaricato dalle aziende, in termini di costi, avviene col sistema degli appalti al massimo ribasso, le cui conseguenze sono pagate dai lavoratori del settore”.
Secondo Roland il 2014 sarà un anno di crisi particolarmente acuta nel “ricco Trentino, soprattutto sul piano del commercio (per il calo generalizzato del potere d’acquisto) e per i tagli imposti dal sistema della spending review sugli appalti della Pubblica Amministrazione. Proprio adesso sto gestendo una vertenza relativa agli appalti delle biblioteche comunali dove ha vinto la gara una cooperativa che ha presentato una offerta più bassa dello stesso costo del lavoro, ma si tratta di una delle tante”. I cambi di appalto saranno uno dei banchi di prova più impegnativi: ad esempio quello che riguarda 750 lavoratrici addette alle pulizie degli ospedali che sono a rischio per il cambio di appalto.
In questo settore c’è un dato paradossale: “Ci sono migliaia di lavoratrici e lavoratori che formalmente hanno contratti a tempo indeterminato, ma di fatto funzionano come dei tempi determinati la cui scadenza coincide con il cambio appalto: o non vengono assunte o le vengono tagliate le ore”.
Per questo al congresso trentino della Filcams è stato posto il problema dell’atteggiamento delle pubbliche amministrazioni che con i loro tagli determinano il crollo del valore degli appalti e quindi degli organici o delle retribuzioni dei lavoratori: “L’ente pubblico deve pensare (visto che queste cose dipendono da sue decisioni) ad una forma di intervento per tamponare la perdita di salario”.
A tutto ciò si aggiungono le tante vertenze conseguenti alla liberalizzazione del settore commerciale voluta dal Governo Monti, che ha fatto segnare una pesante inversione tendenza su contrattazione (un tempo era di un certo livello, almeno sulle grandi catene); adesso, invece, “le aziende cominciano a dire che vogliono delle cose indietro perché ormai c’è troppa concorrenza e quindi devono ridurre salati e diritti”. Senza contare che la liberalizzazione ha determinato anche il “macello del piccolo commercio: ormai anche in Trentino si vedono molte serrande abbassate, qualcosa di mai visto prima”.
Una particolarità rende ancor più impegnativo lo sforzo della Filcams in Trentino: il carattere di stagionalità del lavoro turistico. “E’ durissima organizzare i lavoratori, non abbiamo forti rapporti di forza favorevoli, è difficilissimo fare contrattazione territoriale”. Per il Trentino si tratta di un settore molto importante in termini di Pil, con la Provincia Autonoma che elargisce molte risorse. Ma a questa attenzione alle imprese, non fa da riscontro una analoga sensibilità nei confronti dei lavoratori dipendenti stagionali, “costretti a lavorare in condizioni non rispettose del contratto. In molti alberghi si lavora oltre le ore contrattuali, i riposi si saltano, ma le buste paga sono tutte formalmente regolari”.
Le relazioni sindacali sono quasi a zero, tuttavia “stiamo cercando di fare un discorso con le controparti, ad esempio per allungare il contratto stagionale. Nella zona del Basso Sarca siamo a 8-9 mesi, nel resto del Trentino a 6-7 mesi. Uno dei problemi principali è l’enorme ricambio di personale, per cui difficilmente fai più stagioni nello stesso posto. Senza tutele contrattuali non hai nemmeno garanzie su come programmare la tua vita, quindi appena puoi te ne vai”.


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