Commercio e servizi, come incide la crisi a Cuneo - di Matteo Gaddi

Loredana Sasia descrive le vertenze in atto sul territorio

Loredana Sasia è segretaria della Filcams di Cuneo. Ha solo 37 anni, ma diverse esperienze sindacali alle spalle: “Ero una insegnate precaria, lavoravo in una scuola privata con un contratto di co.co.co; da qui è iniziato il mio impegno sindacale che poi mi ha portata nel Nidil”. Loredana passa poi in Fillea e dal 2007 in Filcams. Un settore nel quale non mancano certo le vertenze: da quella dell’Alpitour, la cui struttura cuneese è stata ridotta per il trasferimento delle attività a Torino, alle chiusure di tanti negozi o cambi di appalto; situazione inasprita dalla crisi generale che non ha sicuramente risparmiato l’ambito del commercio e dei servizi. In questo momento, oltre alle Terme di Vinadio, la vertenza principale è quella di Unieuro, dove ci sono in ballo 200 posti di lavoro tra Cuneo e Piacenza.
“Unieuro nasce in provincia di Cuneo - spiega Loredana – come società che opera nel settore della grande distribuzione di elettrodomestici; viene ceduta nei primi anni del 2000 al fondo inglese Dixon”. Si tratta di una grande società con 173 punti vendita sul territorio nazionale e due sedi amministrative con più di duecento dipendenti, l’organico complessivo è superiore a 2.500. In provincia di Cuneo ha una sede con 70 dipendenti e 5 punti vendita. “Qualche problema si era già manifestato: questa azienda negli ultimi anni ha fatto ricorso ai contratti di solidarietà sia per i punti vendita che per la sede”, ma la situazione precipita con la decisione di dar vita ad una holding assieme a Sgm (Marco Polo Expert, società attiva nello stesso settore della vendita elettrodomestici). Il 10 ottobre 2013 Unieuro comunica infatti la sottoscrizione di un accordo che prevede la nascita di una holding costituita per l’85% dal Fondo di Sgm e per il restante 15% da Unieuro, una New.Co. che controllerà le due società. “Questo accordo – spiega Loredana – è sottoposto al vaglio dell’Antitrust, ma per noi è evidente che si tratta di un segnale di disimpegno di Dixon (proprietario di Unieuro) dall’Italia”. La cosa strana è che viene costituita una holding di controllo, ma i due rami resteranno ben divisi con un propri conti patrimoniali ed economici. “Il messaggio è chiaro: anche se sono sotto la stessa holding, le due società si devono mantenere da sole, a partire da Unieuro”. Ovviamente partono le operazioni di “razionalizzazione” che da sempre accompagnano i processi di concentrazione di società: l’azienda comunica “l’intenzione” di chiudere le due sedi di Monticello (Cn) e di Piacenza, una volontà confermata nei diversi tavoli istituzionali e sindacali e che determinerebbe ricadute occupazionali su 200 lavoratori della parte amministrativa dell’azienda. L’unica sede rimarrebbe quella di Forlì (in dote da Sgm). “Gli effetti dell’operazione sono chiari: con questa holding verrà creato il secondo colosso italiano del settore (dopo Media World), ma il tutto a spese dei lavoratori. L’azienda intende al momento salvaguardare solo la parte logistica, sul resto siamo in trattativa”.
Ovviamente la trattativa parte grazie alla lotta dei lavoratori, anzi in particolare delle lavoratrici. “Sì, perché la forza lavoro coinvolta è prevalentemente giovane e femminile”. Partono immediatamente scioperi, manifestazioni, presidi: “Il tutto organizzato con modalità che hanno consentito il massimo del coinvolgimento del personale e quindi la più ampia condivisione delle iniziative da assumere”, tiene a sottolineare Loredana Sasia. Nonostante la situazione personale di molte lavoratrici non sia certo facile (figli a carico, mariti in cassa integrazione ecc.), la partecipazione alle iniziative è molto alta: “Le scelte vengono condivise in assemblea, questo consente di avere lavoratrici molto compatte nella lotta che si sta facendo. Per noi è fondamentale tenere assieme tutti, e la partecipazione ai presidi, come quello di Piacenza, dimostra che ci stiamo riuscendo”.
I problemi, purtroppo, non sembrano restare confinati alla sola parte amministrativa. Che ne sarà, infatti, dei punti vendita? E’ un dubbio molto forte: “Dalla mappatura che abbiamo fatto si sovrappongono molti punti vendita di Sgm ed Unieuro, a volte i negozi sono uno di fronte all’altro. L’azienda non vuole creare agitazione anche su questo aspetto, ma è chiaro che la preoccupazione c’è”. Manterranno i due marchi? Sosterranno una concorrenza interna? O verrà sacrificata Unieuro a vantaggio di Sgm?
Al momento la trattativa, gestita dalle Filcams di Cuneo e Piacenza, è molto difficile, con le posizioni delle parti piuttosto distanti tra loro. “Il nostro obiettivo, ovviamente, è la difesa del posto di lavoro, che ribadiremo anche al prossimo del 4 dicembre, a Piacenza, al tavolo istituzionale congiunto delle due province coinvolte”. La sera prima cercheranno anche qualche risposta dal ministro Zanonato, in visita a Piacenza, sperando che dal Governo delle ex “larghe intese” arrivi qualche risposta concreta ai bisogni del mondo del lavoro.


Print   Email