La Filcams e le vertenze contrattali: il punto della situazione - Intervista a Maria Grazia Gabrielli, segretaria nazionale in categoria

“Nella necessità di mantenere attiva la riflessione su come frenare la scomposizione del mondo del lavoro continuiamo a rispondere proponendo un modello di unità”

E’ utile e necessario in primo luogo fare il punto sulla situazione in categoria: quante e quali sono le vertenze contrattuali aperte?
Sul fronte dei contratti nazionali, per la prima volta, ci troviamo davanti una situazione inedita causa le scissioni in corso nelle associazioni datoriali.
Il 16 ottobre, conclusa la consultazione, si svolgerà l’attivo unitario dei delegati del settore Terziario e Distribuzione Cooperativa per il varo definitivo della piattaforma di rinnovo che vede anche la presenza di Federdistribuzione come soggetto di rappresentanza della Grande Distribuzione dopo la decisione di uscire da Confcommercio. La trattativa per il rinnovo del CCNL Turismo in Confcommercio sta vivendo forti difficoltà determinate sia dai contenuti che vengono posti al tavolo sia dalla disarticolazione interna alle associazioni con divisioni tra Federalberghi, Fipe e Angem.
In corso anche la trattativa per il rinnovo del CCNL Multiservizi; settore messo duramente in difficoltà negli ultimi anni anche dagli effetti della spending review.
Faticosamente stiamo provando a riattivare il confronto per il rinnovo del CCNL del settore termale e a breve partirà la trattativa per il CCNL studi professionali in scadenza al 30 settembre.

Come state affrontando le maggiori criticità? Siete in grado di far fronte allo “spezzatino” contrattuale proposto da controparti che stanno differenziandosi sul piano della rappresentanza degli interessi?
Come accennavo prima, il problema dello “spezzatino” contrattuale è inedito e soprattutto si è verificato in un lasso temporale molto breve che non ha consentito assestamenti e valutazioni ancora di prospettiva.
La Filcams sui temi della contrattazione ritiene necessario il percorso della razionalizzazione del numero dei contratti e dell’unificazione tra settori; questo non significa e non può significare uniformità perché le specificità, in termini contrattuali, devono trovare delle risposte.
Da diversi anni abbiamo proposto una struttura contrattuale con un corpo unico generale e parti speciali per rispondere alle differenze e specificità; ossia un perfezionamento del modello esistente nel contratto del turismo e che avevamo anche proposto al precedente rinnovo del CCNL terziario. Un modello contrattuale funzionale alla riunificazione dei settori ma con elementi di flessibilità.
Siamo però già entrati in una fase diversa e più complicata perché le spinte di autonomia nelle controparti e il riconoscimento dei singoli interessi passano attraverso la costruzione di nuovi contenitori contrattuali. Nella necessità quindi di mantenere attiva la riflessione su come frenare la scomposizione del mondo del lavoro continuiamo a rispondere proponendo un modello di unità. In questa direzione ci siamo mossi nel pensare al rinnovo del settore terziario e cooperazione presentando una piattaforma rivendicativa unica per tutte le controparti datoriali ragionando però anche su una parte specifica rivolta al settore cooperativo.

Come procede il dialogo con Fisascat, Uiltucs e UilTrasporti a proposito dei rinnovi contrattuali più impegnativi?
Abbiamo sicuramente un trascorso difficile che si è concretizzato nell’accordo separato del 2011 nel settore del terziario. I rinnovi contrattuali che ho citato all’inizio partono da piattaforme condivise unitariamente. Lo scenario di difficoltà che vive il Paese e che si riflette in maniera evidente nei nostri settori ha condotto ad una modifica dell’approccio; siamo probabilmente davanti ad una fase diversa, a partire dai recenti accordi sulla rappresentanza, dove la ripresa del dialogo è volta a fare dell’unitarietà un punto di forza per affrontare le complicazioni anche contrattuali che abbiamo davanti. A partire dalla Filcams, questo non significa annullare le differenze, le posizioni e scelte di cui ogni organizzazione resta portatrice.

Dal 1993 le politiche contrattuali s’intrecciano con la politica economica e le scelte dei governi. La fine della concertazione e l’accordo separato hanno posto fine alla concertazione come quadro di riferimento. Le liberalizzazioni e la deregolazione dei rapporti di lavoro hanno devastato il mondo del lavoro che la Filcams organizza e rappresenta. Avete fatto un bilancio? Vi siete “attrezzati”?
Non siamo mai stati indifferenti alla politica perché le scelte assunte o spesso non assunte dalla politica hanno un effetto diretto sulla vita delle lavoratrici e dei lavoratori e sulle politiche contrattuali.
Le liberalizzazioni per il nostro settore sono l’esempio più evidente e devastante.
Si è deciso di abbracciare un modello sociale dove si è millantato che la modernizzazione del Paese era connessa alla libertà del settore distributivo di essere sempre aperti h 24 e 365 giorni all’anno. A questo hanno legato anche l’idea che si sarebbe messo in moto un effetto virtuoso con la creazione di posti di lavoro e di crescita complessiva delle imprese. Il bilancio è facilmente verificabile perché non c’è stato alcun effetto benefico. L’unico dato certo è il peggioramento delle condizioni di lavoro e di reddito di chi opera nel settore.
Questo è riscontrabile nelle aziende della Grande distribuzione Organizzata dove la contrattazione ha subito un forte attacco per ridefinire a ribasso i costi economici della prestazione in giornata domenicale e nei festivi.
La liberalizzazione connessa alla situazione di forte crisi economica ha alimentato la spinta ad una contrattazione tutta restituiva perché a volumi di vendita in calo, il problema diventa il costo del lavoro come indicatore che può fare la differenza per contenere il conto economico.


Print   Email