Distribuzione e servizi: i nodi della Filcams ad Ascoli Piceno - Intervista ad Alessandro Pompei, segretario Filcams-Cgil di Ascoli Piceno

Reds n 10_ 2013 Hits: 1615

Alessandro Pompei, quarantasei anni, è il segretario Filcams-Cgil di Ascoli Piceno. Ha iniziato la sua militanza nella Cgil dieci anni fa. La prima esperienza è stata presso il Patronato Inca dove ha organizzato la rete di servizi per gli immigrati. Nel 2009 è giunto il nuovo incarico. Gli abbiamo rivolto alcune domande sul suo impegno sindacale in un contesto di pesante crisi economica

 

Stiamo vivendo una fase recessiva gravissima. Come si ripercuote sul territorio di tua competenza in un comparto così esposto come quello del commercio?
La crisi è arrivata anche nella grande distribuzione. Abbiamo situazioni inserite in un contesto nazionale con ricadute sui territori, vedi la Sma, con la richiesta di esuberi, o l’accordo sul contratto integrativo alla Coop Adriatica sulla maggiorazione delle domeniche. Lo scenario cambia completamente se parliamo dei piccoli negozi. Qui le contraddizioni sono più stringenti. Un aspetto delicato riguarda l’associazione in partecipazione. Infatti ci sono piccoli negozi in franchising. Da qui l’obiettivo di contrattare con l’azienda, tramite il ricorso agli ammortizzatori sociali tipo il contratto di solidarietà espansivo, la possibilità di regolarizzare con il lavoro subordinato a tempo indeterminato questi lavoratori, perché non sono che dipendenti mascherati.
Altro settore delicato è quello dei servizi, dove l’esternalizzazione è molto presente. Proprio in questi giorni nella provincia di Ascoli siamo impegnati con una novantina di lavoratrici Lsu nella loro vertenza, per opporci al ridimensionamento dei livelli occupazionali a causa dei tagli imposti dal ‘decreto del fare’. Stiamo parlando di persone con alle spalle un percorso lunghissimo, travagliato.

In questo scenario quali difficoltà incontra il sindacato?
I problemi sono diversi. Da un lato ci sono realtà come Coop Adriatica dove l’agibilità sindacale è garantita, mentre agli antipodi abbiamo i Magazzini Gabrielli, per citare un caso del nostro territorio, dove da sempre ci sono problemi ad applicare le regole sindacali fondamentali. Per esempio è complicato fare un’assemblea per la presentazione della piattaforma del contratto collettivo nazionale del terziario: stiamo parlando dell’Abc delle relazioni sindacali.

Di fronte a questi problemi come pensi si dovrebbe agire?
Abbiamo la necessità di rappresentare un mondo del lavoro sempre più disgregato. Noi siamo consapevoli che, oggi, fare sindacato significa stare nei posti di lavoro, dentro le realtà, e infatti ci stiamo muovendo su questo piano. Ad Ascoli Piceno abbiamo fatto un’operazione di rilocalizzazione: siamo presenti con varie sedi in modo articolato. Abbiamo dato vita al comitato degli iscritti zonale, ci vogliamo aprire completamente al territorio perché capiamo che solo se siamo dentro i percorsi concreti possiamo intercettare quelle forme di lavoro che vanno “stanate”. Gli strumenti classici della partecipazione, come le assemblee, le iscrizioni, ecc. vanno mantenuti, ma ci vuole anche un altro tipo di impegno.

Quale pensi sia il punto di forza della Cgil?
Il nostro livello di democrazia. Noi ad oggi siamo l’organizzazione dove si vota tutto, cosa fondamentale. Dopodiché ci possono essere anche delle diversità politiche, idee differenti, ma il confronto rimane fondamentale. Oggi la democrazia viene espulsa dai luoghi di lavoro, vedi tutta la vicenda Fiat, credo quindi sia centrale rivendicare e praticare la massima agibilità democratica al nostro interno.

E l’impegno in ‘Lavoro Società’?
Siamo sempre stati un’area sensibile ad alcune tematiche, che ci hanno collocato a sinistra della Cgil. Abbiamo sempre dato comunque il nostro contributo, sia quando eravamo in minoranza, sia quando è stata fatta la scelta di aderire alla maggioranza. Si tratta della possibilità di esprimersi liberamente all’interno della Cgil con un’area programmatica e caratterizzarsi per quelli che sono da sempre i nostri punti di riferimento, dalla svendita della Telecom alla difesa della Costituzione con l’adesione alla manifestazione nazionale del 12 ottobre. Per quanto mi riguarda ho aderito a LS perché credo sia un valore aggiunto all’interno del nostro sindacato.

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