Le badanti nel complesso sistema di welafare - di Francesca Marchetti

I lavoratori domestici rappresentati nel rapporto dell’Ilo (International Labour Organization) recentemente pubblicato (“Domestic Workers Across the World: Global and regional statistics and the extent of legal protection”) sono 52,6 milioni nelle case di tutto il mondo, nell’83% dei casi donne. Lo studio rivela che circa un terzo di essi è escluso dalla protezione legale sul posto di lavoro e che il 45% non gode del riposo settimanale e/o di periodi di ferie annuali retribuite.
Con una crescita progressiva per gran parte degli anni Duemila, il mercato regolare del lavoro domestico in Italia sembrava non mostrare alcuna crisi. Dal 2009 è iniziata una inversione di tendenza, è iniziato un calo secondo l’Osservatorio sui lavoratori domestici dell’Inps: oltre ottantamila unità in meno tra il 2009 e il 2011, quando il numero di collaboratori si è attestato su 881.701.unità (il dato è di gennaio 2013).
Il lavoro in nero è in aumento, specialmente per colf e badanti. A testimoniarlo è la riduzione degli immigrati regolarizzati e impiegati presso le famiglie italiane. Ma il numero effettivo di ‘badanti’, secondo il Censis, è nettamente superiore a quello dichiarato: «Stime prudenziali – afferma l’istituto di ricerca – consentono di fissare in 800-900 mila le persone non in regola che lavorano in famiglia e in 10 miliardi di euro il valore annuale della loro attività”.
La crisi sociale ha investito in pieno le famiglie, colpendo soprattutto le donne. I numeri di un welfare ‘avaro’ di attenzioni alle famiglie parlano di una spesa sociale che si ferma appena all’1% del Pil.
Diminuiscono le assistenti familiari disposte alla co-residenza, e il fenomeno è in atto già da qualche anno. Questa preferenza da parte delle lavoratrici si sposa, in questo momento, con l’accresciuta disponibilità delle donne italiane a farsi carico dell’assistenza di familiari non autosufficienti.
Inoltre molti sono i segnali che mostrano un aumento delle lavoratrici italiane, concentrate nel segmento del lavoro a ore. Diffusamente si registrano l’aumento di iscritte italiane ai corsi di formazione per assistenti familiari e le richieste di iscrizione agli sportelli che effettuano incrocio domanda/offerta di assistenza, dato che in alcuni casi va oltre l’83% di aumento tra il 2011  e il 2012.
La famiglia ricopre come sempre un ruolo fondamentale. In particolare, per quanto riguarda la domiciliarità, il sistema sanitario nazionale non è in grado di coprire le necessità delle fasce più deboli portando obbligatoriamente i nuclei familiari a farsi carico delle mancanze. Si stima in circa  4.000 euro l’anno la spesa media sostenuta da una famiglia italiana che ha dovuto rivolgersi a ‘badanti’ per poter garantire l’assistenza ai propri congiunti. Da non sottovalutare un dato: il 9% delle famiglie non ha potuto permettersi quella spesa.


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