Il pressing sui candidati alle Regionali: "Ora una legge per il settore" di Riccardo Chiari

I movimenti per l’acqua pubblica sono per loro natura autonomi dalla politica. Il Forum italiano lo ribadisce anche sul suo sito: “Non siamo organici a nessuna forza esistente o in costruzione”. Al tempo stesso tutte le realtà sensibili all’istanza dell’acqua bene comune sono interlocutori importanti. Tanto che in Lombardia è stato lanciato un appello ai cinque candidati presidenti delle elezioni regionali, perché nei primi 100 giorni della nuova legislatura sia approvata una legge per l’acqua che ripubblicizzi l’intero settore, cancellando le norme del 2010 approvate da Pdl e Lega che toglievano ai Comuni la titolarità dei servizi idrici, obbligando di fatto alla privatizzazione del settore. Nel Lazio invece i movimenti per l’acqua sono tornati in piazza lo scorso fine settimana, anche loro con l’obiettivo di sensibilizzare i candidati alle prossime elezioni, sia regionali che  politiche. “Una vera e propria azione di ‘pressing’ – ha spiegato Marco Bersani – per chiedere un impegno concreto sui temi dell’acqua pubblica e della gestione migliore dalla risorsa”. Annunciato in parallelo il ricorso al Tar contro il ritorno mascherato della quota del 7% di profitto assicurato per i gestori dei servizi idrici: “Quella formulazione tariffaria varata dall’Autorità – aggiunge l’esponente del Forum nazionale per l’acqua - che inserisce in maniera truffaldina, e sotto mentite spoglie, la remunerazione del capitale investito. L’ennesima mossa che rafforza la nostra volontà di chiedere un servizio idrico ripubblicizzato, fuori dalle logiche di mercato”.


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