La Regione Toscana e i lavoratori degli appalti da "reinternalizzare'

Quanto sta accadendo alla Regione Toscana torna a riproporre la questione degli appalti nei settori pubblici. Certo la sospensione della gara a pochi giorni dall’apertura delle buste è una buona notizia per i lavoratori e per tutti coloro che si sono impegnati nella vertenza. Ma alcune domande premono e non possono essere eluse. La prima è perché la Regione si sia ostinata a non voler confrontarsi coi sindacati in fase di costruzione del capitolato. Era un’occasione importante per il governatore Rossi di definire un appalto eticamente corretto, attento agli interessi dei lavoratori, capace di uscire dalle storture dell’aggiudicazione al massimo ribasso. Così non è stato e i lavoratori hanno dovuto ancora una volta seguire un’emergenza e scioperare per difendere il diritto al lavoro.
La seconda domanda è quanto i prossimi tagli del governo colpiranno gli appalti, anche perché, è notizia degli ultimi giorni, è stato sbloccato il Consip 2012, inizialmente sospeso perché a vincere era stata una ditta che offriva un prezzo sotto i minimi tabellari del ccnl di riferimento. L’ultima domanda riguarda le prospettive future. Ormai il fallimento degli appalti è sotto gli occhi di tutti. La vicenda toscana ha mostrato che intorno a questo tema si può creare una rete di solidarietà diffusa che passa dai lavoratori in appalto (da quelli della Regione a quelli della Provincia di Firenze, a quelli dell’Università di Firenze), dalle Rsu delle stazioni appaltanti e coinvolge le categorie interessate (Filcams, Flc, Fp). È da qui che deve partire l’unica battaglia possibile: la reinternalizzazione dei lavoratori in appalto. Una battaglia che può trarre la sua forza solo dal protagonismo dei lavoratori e dalla confederalità della Cgil.

Gianluca Lacoppola


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