Sul vocabolario Treccani, fra i neologismi del 2008, compariva il termine ‘veltrusconismo’ (ironico): la tendenza determinata dal reciproco avvicinamento delle posizioni e delle scelte politiche di Walter Veltroni e di Silvio Berlusconi. Dieci anni dopo, sta per entrare nella Treccani il vocabolo ‘renzusconismo’. Forse questa volta sarà tolta la connotazione ‘ironico’, per mettere al suo posto l’aggettivo ‘farsesco’. Perché la prima volta è tragedia politica, almeno per la sinistra, la seconda è farsa. Negli anni la prima parte del neologismo è mutata, perché il primo segretario del Pd - anche se non è andato in Africa come aveva promesso - dichiara di non avere più un ruolo attivo in politica, pur avendo una stanza personale al Nazareno. Al posto di Veltroni c’è Renzi, che non è (più) premier ma guida il partitone tricolore. La seconda parte invece è rimasta uguale. Soprattutto, la spiegazione del neologismo è identica. A colpire non è solo il ‘reciproco avvicinamento delle posizioni’, ma anche la constatazione che l’ex Cavaliere, entrato nell’ottantaduesimo anno di età, non trova eredi all’altezza. Nei palazzi della politica si fanno i nomi di Franco Frattini e di Antonio Tajani, ma le voci di popolo - che specialmente negli anni elettorali diventano voci di dio - sostengono che l’unico vero erede dell’ex Cavaliere sia proprio il segretario del Pd. Un paradosso? Piuttosto la cifra della contemporaneità. Neoliberal-liberisti, allergici entrambi al rosso, spregiudicati quanto serve (cioè tanto) per solleticare la pancia di un elettorato sempre più conservatore perché timoroso del domani. A riprova, l’ex Cavaliere ha avuto il coraggio di autodefinirsi l’equivalente italiano di Margaret Thatcher. Renzi, il ‘bomba’ -come da felice soprannome guadagnato ai tempi del liceo - sta oscillando fra il francese Macron e la tedesca Merkel, a seconda dell’ascesa o caduta dei due colleghi nei sondaggi d’opinione. Per contro sia Renzi che Berlusconi detestano Beppe Grillo e il movimento Cinque stelle, e non fanno mistero di ritenere impensabile un’alleanza post elettorale con i pentastellati. Vista la legge elettorale, che all’indomani del voto imporrà per forza di numeri trattative in Parlamento, è altamente probabile che si troveranno dalla stessa parte della barricata. Di qui al governo ‘renzusconi’ il passo potrebbe essere davvero molto breve. Anche se il futuro, si sa, è sulle ginocchia degli dei. Emma Bonino, molto stimata da entrambi, con i suoi Radicali europei guarda interessata all’evolversi della situazione. Perché la nuova legge elettorale, ahinoi approvata da Pd, Forza Italia, Lega e centristi di destra e di sinistra, è come una bomba politica a grappolo. Le sue schegge possono colpire lontano. Specialmente a sinistra. Ah, per il calendario cinese questo 2018 è l’anno del Cane, connotato dalla fedeltà.
“L’anno che sta arrivando …” porta grandi novità, ma non sono le speranze della bella canzone dell’indimenticabile Dalla. A Camere sciolte, il governo Gentiloni degli “affari correnti” ha subito deliberato una missione militare in Niger. Sì, nel silenzio generale e nella distrazione ovattata delle feste natalizie, l’Italia va a una nuova guerra. Una guerra neocoloniale e neoschiavistica a trazione Macron.
La Francia conferma di voler mantenere il suo controllo strategico su una parte importante del continente africano; l’Italia sposta sempre più a sud la “guerra ai trafficanti” cioè a profughi e migranti. Non bastavano gli scellerati accordi di Minniti e Alfano col governo Serraj e tutte le milizie locali per rinchiudere i migranti nei lager libici. Bisogna ora sigillare i confini meridionali della Libia. Far morire sempre più uomini, donne e bambini nel deserto è garanzia certa per ridurre partenze dalle coste libiche e sbarchi su quelle italiane.
Negli stessi giorni il New York Times rilancia un fatto già noto, a suo tempo “bucato” dai solerti media italiani: dal “Bel paese” si esportano grandi quantità di armi verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Armi e munizioni prontamente usate nella guerra dimenticata dello Yemen. Per carità, tutto regolare. Nessun imbarazzo del governo, nessuna violazione delle norme internazionali: Arabia ed Emirati – grandi alleati di Usa e Europa – non sono certo soggetti a sanzioni od embargo da parte dell’Onu!
Del resto Gentiloni l’ha vantato più volte con orgoglio: “L’Italia è l’unico Paese in Europa che ha una politica decente sui fenomeni migratori”. Nel rispetto dei diritti umani, ovviamente.
Buon anno a chi si batte perché restiamo ancora umani.