La FILCAMS e la CGIL dopo il Congresso - Andrea Montagni

Una sinistra sindacale che vuole guardare oltre, verso la CGIL del futuro, senza recinti navigando in mare aperto, ma senza smarrire la propria natura collettiva

Per lunghi anni, Lavoro Società ha rappresentato nella maggioranza congressuale della CGIL e della FILCAMS un punto di vista critico ma unitario. Dopo esser stati una leva potente per il rinnovamento negli anni che vanno dalla costituzione di Democrazia consiliare (1984) all’ultimo congresso su documenti contrapposti (2002) siamo diventati un pungolo e qualche volta un “guardiano” della linea acquisita con il congresso del 2006 contro il rischio sempre presente di una deriva opportunista.

All’ultimo congresso, sia nella fase preparatoria che nel vivo del percorso congressuale, siamo stati protagonisti, pur nel limite delle nostre forze, della battaglia per affermare le scelte della CGIL per l’autonomia, l’autoriforma e la continuazione della battaglia intrapresa con la Carta dei diritti e a sostegno della candidatura di Maurizio Landini a segretario della CGIL.

In FILCAMS-CGIL abbiamo sostenuto lealmente e contribuito fattivamente, dai congressi di base al congresso nazionale, alla determinazione con la quale la delegazione della categoria ha sostenuto la linea in sede di congresso confederale nazionale. Con i delegati eletti nei livelli confederali territoriali abbiamo contributo a rafforzare la delegazione in congresso nazionale a Bari. Positiva anche la presenza, nella delegazione FILCAMS degli organismi nazionali confederali, delle compagne e dei compagni di Lavoro Società.

La FILCAMS-CGIL può dare un importante contributo alla autoriforma della CGIL che ha nella contrattazione inclusiva, nel decentramento territoriale, per restituire alle Camere del Lavoro il ruolo di case dei lavoratori dispersi sul territorio, e nella partecipazione democratica il proprio cuore. Siamo una categoria che ha la confederalità nel sangue. Questo sarà l’impegno dei prossimi 4 anni a partire da ora.

A conclusione del percorso congressuale l’Assemblea generale ha eletto la nuova segretaria, accogliendo la proposta della Segretaria generale. Nella nuova segreteria si conferma la segreteria uscente, si valorizzano le competenze interne, sia dei territori, sia dell’apparato nazionale e si riapre – dopo anni di chiusura – una contaminazione con altre esperienze confederali, anche perché la categoria ha visto nei 4 anni precedenti il XV congresso un ricambio diffuso, essendo diventata un importante bacino per il ricambio dei gruppi dirigenti confederali. La segreteria riflette l’orientamento politico-sindacale del congresso. L’individuazione dei candidati è stata una scelta della Segretaria generale che si è assunta la responsabilità della proposta. Noi condividiamo i criteri generali della scelta ed abbiamo espresso voto favorevole. Ai nuovi ingressi, Alessio Di Labio, Cinzia Bernardini, Gianfranco Fattorini e ai confermati, i migliori auguri di buon lavoro.

Resta il fatto che la segreteria, per il terzo congresso consecutivo, non riflette il pluralismo della categoria. E’ unitaria ma non è plurale: dalla uscita di Maurizio Scarpa dalla segreteria per fine mandato e la sua mancata sostituzione, nonostante il peso rilevante di Lavoro Società e della sinistra sindacale nel suo complesso in categoria, la presenza si è ridotta ad un solo compagno nell’apparato nazionale, entrato due anni dopo la sua uscita.

Nel congresso confederale abbiamo detto – ed è nostra intenzione essere coerenti con questo impegno – che il percorso collettivo che pure è indispensabile per garantire nella CGIL la presenza di una cultura sindacale che riconosce l’antagonismo di classe e il conflitto sociale come motori di qualsiasi lotta per l’emancipazione dei lavoratori e che vede ineludibile il nesso tra lotta e organizzazione sindacale e lotta politica per la trasformazione sociale non comporta necessariamente il mantenimento delle aree organizzate e non vorremmo che questa scelta fosse condizionata da una necessità di “autotutela”.

Abbiamo anche detto che noi vogliamo guardare oltre Lavoro Società e partecipare ad un processo che veda una sinistra sindacale larga a sostegno della linea del congresso e del Segretario generale per quello che oggi rappresenta per milioni di lavoratori, di precari, di giovani e anziani.

Quel che vogliamo è riprendere un confronto che ci consenta di portare a partire dalla nostra impostazione teorica, dalla nostra visione programmatica, un contributo che continui a far vivere in CGIL e in FILCAMS una opzione democratica conflittuale e di classe, traducendola sul piano del programma d’azione rivendicativo anche categoriale.

In FILCAMS-CGIL lo faremo portando un contributo puntuale e di merito, praticando l’unità a partire dal terreno contrattuale che si presenta come il più accidentato e difficile della storia della categoria. (oltre 10 contratti ancora da rinnovare con crescenti difficoltà e scelte difficili da fare ai tavoli contrattuali).


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