Stefania Fanelli, una donna, una lavoratrice per essere Libere e Eguali - di Andrea Montagni

Stefania Fanelli dipendente Ikea ad Afragola, cassiera, part-time “non per scelta”, delegata della FILCAMS-CGIL dal 2006. Una compagna di Lavoro Società. Ha sempre coniugato attività sindacale, impegno sociale e impegno politico. Ha fondato con altre donne l’associazione ‘Frida Kahlo’ che gestisce su basi volontarie anche uno sportello antiviolenza. E’ stata consigliera comunale a Marano, la cittadina dove vive, prima per Sinistra democratica e poi per Sinistra Ecologia e Libertà. E’ candidata alla Camera dei Deputati nel collegio plurinominale Campania 1/01.

Stefania, in Parlamento il grande assente è il mondo del lavoro. Solo flebili voci in questi anni si sono levate in difesa dei lavoratori e dei loro diritti. Pensioni, mercato del lavoro su tutti questi temi è stato fatto strame dei diritti di chi lavora. In Italia serve un “partito del lavoro”. Che ne pensi?
Il lavoro dà dignità ad ogni persona, realizza un patto di cittadinanza, non solo per la giusta retribuzione ma perché ogni cittadino contribuisce ad un processo di crescita e di civiltà del proprio paese. E’ fondamentale mettere il lavoro al centro del nostro agire politico. Il Governo Monti ed il Governo Renzi hanno solo cancellato diritti e tutele. In pratica leggi a favore dei padroni, legittimando i licenziamenti facili, e nulla in termini di investimenti e piani per una piena occupazione. Ho accettato di candidarmi in Liberi e Uguali proprio perché si è messo al centro del programma il tema del lavoro. La forza politica da cui provengo, Sinistra Italiana, propone da tempo un piano straordinario per l’occupazione e per gli investimenti. Prendendo spunto dalle proposte del compianto Luciano Gallino, un Green New deal per la riconversione ecologica dell’economia che possa creare lavoro tutelando i territori. Messa in sicurezza del territorio, riqualificazione degli edifici pubblici partendo dalle scuole. Occorre lo sblocco dei turn over della pubblica amministrazione con particolare riferimento ai comparti della sanità, trasporto pubblico e servizi sociali. Occorre restituire dignità ai lavoratori sotto ricatto continui con troppe forme di contratti precari. Sì, occorre che il lavoro riacquisti centralità nel dibattito politico. Ringrazio i compagni deputati uscenti, da Giovanni Barozzino (operaio Fiom licenziato alla Fiat di Melfi) a Giorgio Airaudo, per le proposte e le battaglie dentro e fuori il Parlamento per il lavoro ed i lavoratori a partire dalla proposta della Carta dei diritti universali proposta dalla CGIL che sancisce non solo la riconquista dell’art 18, ma diritti e tutele per chi non ne ha.

Perché hai accettato la candidatura, con che stato d’animo e che battaglie porterai avanti in campagna elettorale?
La mia candidatura ha un senso ben diverso da quella di Bonanni. La Cisl ha sempre avuto posizioni filo governative: Bonanni con Berlusconi, Furlan con Renzi. Ma la mia scelta è diversa anche da quella di Carla Cantone. La Cantone proprio non la capisco. Come si fa a stare una vita dalla parte dei più deboli e poi passare e candidarsi con chi ha cercato in ogni modo di delegittimare la CGIL che con tutti i suoi limiti è l’unica organizzazione baluardo della difesa dei lavoratori con azioni e proposte concrete? In Parlamento bisogna dar voce al lavoro. Ho, come specificato poc’anzi, accettato la candidatura con Liberi e Uguali proprio perché ha messo al centro del programma il tema del lavoro. Mentirei se dicessi che non affronto questa campagna elettorale con grande tensione. La mia candidatura la considero una candidatura collettiva. Saranno candidate con me tutte le battaglie, che insieme a tante e tanti, ho condotto sui territori e nei luoghi di lavoro: dalla tutela della dignità dei lavoratori, contro la povertà e le diseguaglianze, per il diritto alla casa, contro le devastazioni ambientali, contro la violenza alle donne. In questa campagna elettorale non avrò bisogno di inventarmi nulla, ma dovrò solo raccontare le proposte e le battaglie di questi anni. Saranno candidati con me tutti i volti che ho incrociato, le storie che ho abbracciato ripartendo dai bisogni dei singoli.

Ai tuoi colleghi di lavoro, alle compagne e ai compagni della FILCAMS e della CGIL tutta che messaggio vuoi dare e che impegni prendi con loro? 
Sarò quella che hanno conosciuto in questi anni. Vorrò essere la loro voce a partire dalle lotte di questi ultimi mesi per il Contratto collettivo nazionale. Benché il settore del terziario sia il comparto più forte, i lavoratori del commercio, servizi e grande distribuzione sono i nuovi schiavi invisibili, con condizioni di lavoro che cancellano la dignità delle persone; e le più colpite sono le donne. Mi impegno nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori a portare avanti proposte concrete dal welfare per le donne che assumono su di sé il compito della cura della famiglia. Mi impegno affinché i lavoratori della grande distribuzione non siano schiavizzati non tenendo conto della conciliazione del tempo tra lavoro e famiglia a partire dalla facoltatività del lavoro domenicale e festivo, a partire da una turnazione rispettosa della vita delle persone. Molti lavoratori della grande distribuzione hanno contratti part time, non per scelta, con salari così bassi, che rendono comunque la loro vita precaria e quella delle loro famiglie. Ai compagni della FILCAMS CGIL dico: è ora che il Sindacato torni ad abbracciare tutte le battaglie sociali fuori e dentro i luoghi di lavoro, nella società. Ogni lavoratore è cittadino di questo paese e il Sindacato deve avere la capacità di promuovere una coscienza individuale e collettiva. Negli ultimi mesi mi sono sentita in grande difficoltà nella FILCAMS CGIL Campania. Per questo ho aderito alla sinistra sindacale della CGIL, Lavoro e Società per continuare a sentirmi a casa, per ritrovare un luogo in cui confrontarsi e discutere, in cui ritrovare spessore politico e culturale per portare avanti battaglie fondamentali per la Regione Campania, per il paese. Ai compagni della FILCAMS voglio lasciare proprio questo messaggio: torniamo ad abbracciare tutte le storie di diritti negati, torniamo a promuovere cultura, conoscenza e solidarietà. Solo così torneremo ad essere utili ai lavoratori.


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