La bilateralità. Dalla solidarietà al mutuo soccorso - di Xióng luómǎ

Iniziamo una serie di articoli che partendo da cenni storici sulla bilateralità arriveranno ad analizzare la bilateralità in Filcams, la sua complessità e l’importanza di questo aspetto della contrattazione collettiva, sia per la numerosità degli Enti che per il numero dei lavoratori assistiti.


Le parti sociali (costituite dalle Organizzazioni Sindacali in rappresentanza dei lavoratori e dalle organizzazioni datoriali in rappresentanza dei padroni) quando decidono di fondare un Ente bilaterale, sono accomunate dalla finalità di garantire servizi mutualistici: istituti contrattuali, servizi, azioni e pratiche di sostegno socialmente rilevanti che, difficilmente esigibili in altro modo, sono assicurati dagli aderenti di quell’Ente dal patrimonio economico, costituito attraverso il versamento di quote prestabilite.
Il breve excursus storico riportato di seguito ha l’intento di evidenziare le radici di natura solidaristica, alle quali attinge l’attuale welfare contrattuale, e tracciano le trasformazioni principali e gli aspetti assunti nel tempo dalle pratiche solidaristiche, strettamente correlate ai processi di cambiamento della struttura sociale, politica ed economica della nostra nazione.
Nei primi decenni dell’Ottocento, prendono corpo le Società operaie di mutuo soccorso, forme volontarie e organizzate di solidarietà tra lavoratori, soprattutto delle officine e dei maggiori opifici del Nord Italia, che si costruiscono un primo apparato di difesa, trasferendo il rischio di eventi dannosi, come gli incidenti sul lavoro, la malattia o la perdita del posto di lavoro.
Le risorse economiche, raccolte dai lavoratori attraverso collette e casse-deposito, donazioni ed elargizioni occasionali, sono distribuite ai soci in difficoltà, con aiuti di volta in volta commisurati alle disponibilità, senza una vera e propria regolamentazione partecipativa e democratica, che si svilupperà in seguito.
Sino a metà Ottocento, le divisioni dell’Italia preunitaria e le rigide limitazioni alla libertà di associazione ostacolano fortemente il mutuo soccorso: le forme di mutualità rintracciabili fra il 1800 e il 1850 sono, infatti, soltanto 82. Nel Regno Sabaudo prima, e nello Stato Unitario poi, nascono e velocemente si espandono le SOMS, Società Operaie di Mutuo Soccorso.
La prima Società di Mutuo Soccorso nata a ridosso dello Statuto Albertino, a ottobre del 1848, è la Società Generale fra gli Operai di Pinerolo, costituita da artigiani. Dopo solo dieci anni, nel Regno Sabaudo si contano 132 SOMS, fondate sui principi della mutualità, la solidarietà fra lavoratori e la gestione di fondi comuni. Nel 1862, un anno dopo l’Unità, la prima statistica ministeriale conta in Italia 443 associazioni mutualistiche, con 111.608 soci. La Società degli operai, formata a Torino nel 1850, è tra le prime a inaugurare, nel 1853, in un periodo di rincari speculativi dei prezzi dei generi alimentari, il distributorio sociale – forma di cooperazione interna alle SOMS –, dove vengono immagazzinati generi di prima necessità, acquistati all’ingrosso e rivenduti ai soci al prezzo di costo.
Dal 1861, con l’Unità, l’associazionismo mutualistico riveste un ruolo di fondamentale importanza sia «sul terreno delle politiche sociali, in assenza di interventi diretti dello Stato, sia come affermazione di un principio laico, di regolazione del delicato terreno dell’assistenza e della previdenza, che era stato fino allora appannaggio soprattutto delle corporazioni di mestiere e delle istituzioni legate alla Chiesa. I mutamenti sociali che avanzano favoriscono il fenomeno espansivo delle società di mutuo soccorso; aumentano associazioni (6.722 nel 1894, prevalentemente di piccolissime dimensioni), e associati: a cavallo di fine 800, sono oltre 1,5 milioni gli iscritti, quasi la metà della forza lavoro censita nell’industria (3,5milioni di addetti). Rispetto ad altri Paesi, emerge, come tratto peculiare del mutualismo italiano, l’estrema varietà di formazioni associative, che racchiudono varie componenti sociali – operaie, artigiane e impiegatizie. L’associazionismo conta infatti, oltre alle SOMS, 1.384 associazioni a carattere politico e 1.624 a carattere ricreativo. Il nuovo Stato Unitario accompagna la crescita sostenuta della mutualità volontaria con la legge – tuttora vigente – n. 3818 del 1886, Costituzione legale delle Società di Mutuo Soccorso, che ne determina le caratteristiche, ne regolamenta la registrazione (non obbligatoria) e il funzionamento Il funzionamento interno delle Società – in particolare di quelle che non chiedono di essere riconosciute da un punto di vista giuridico – gode di un ampio margine di autoregolazione; nella generalità dei casi, gli statuti contemplano le istanze fondamentali previste dal Codice Civile (assemblea dei soci che elegge il Consiglio direttivo, Presidente, Sindaci revisori dei conti). Le SOMS sono di due tipologie:
- “professionali”, costituite cioè tra soci che svolgono lo stesso mestiere (operanti a livello territoriale, di fabbrica, o di categoria – come i ferrovieri);
- le prevalenti società miste, o “generali”, che, su base locale, associano i lavoratori, indipendentemente dal mestiere svolto.
(fine prima parte)


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