Milano, le voci dell'assemblea nazionale - di Paolo Repetto

Reds n 04_2013 Hits: 1958

Hanno preso la parola tanti delegati dei luoghi di lavoro. E’ intervenuto il segretario nazionale Filcams, Franco Martini, prima delle conclusioni del coordinatore di ‘Lavoro Società’, Nicola Nicolosi

Lavoro e futuro, conciliando diritti e la difficile ‘concretezza’. Le quattro parole chiave hanno attraversato il dibattito tra i delegati Filcams che si sono avvicendati sul palco della sala Buozzi della Camera del lavoro di Milano. “Io difendo il contratto nazionale – scandisce Loredana Copece, delegata al Brico di Milano – ma non dimentico la difficile quotidianità: dobbiamo difendere la condizione di lavoro in conflitto con ciò che firmano Cisl e Uil, ad esempio su part time e lavoro domenicale...”.
Sulla qualità della vita si sofferma anche Alessandro Salvati, delegato all’Ipercoop di Sesto San Giovanni: “Le proposte dell’azienda su organizzazione del lavoro e malattia sono choccanti, tenendo conto che scontiamo un ricorso al part time enorme, con stipendi sotto i 700 euro per oltre la metà dei dipendenti a livello regionale. Il premio aziendale è stato dimezzato... sarebbe questa la loro idea per un rilancio...”.
Manifesta tutta la sua angoscia per la situazione sociale Graziella Carneri, segretaria generale Filcams di Milano: “Disoccupazione giovanile al 39%, Pil diminuito di oltre il 2, precari che aumentano: dietro questi numeri c’è la condizione delle persone e delle famiglie. E poi il crollo dei consumi e del potere di acquisto del 5%: che cos’altro manifesta se non l’indicatore della difficoltà crescente? I soldi per la cig in deroga ci sono fino a giugno, in Lombardia: poi che succederà?”.
Sulle vicende della distribuzione cooperativa si è invece soffermata Sandra Salvadori, coordinatrice Filcams in Unicoop a Firenze: “A fine anno scade il contratto e finora solo due integrativi sono stati rinnovati. Noi abbiamo un’esigenza assoluta: dobbiamo essere credibili, perchè per la prima volta i lavoratori stanno andando verso i sindacati di base, mentre i giovani devono trovare le risposte all’interno del sindacato che è in grado di difenderli”.
Sul tema del consenso aggiunge alcune considerazioni Marco Prina, della segreteria Filcams a Torino: “Le Camere del lavoro non sono luoghi aperti, case del popolo, ma si sono ridotte al ruolo di fornitrici di servizi. Siamo accolti ma non più sentiti”.
Il cuore del problema è “quale baricentro” debba avere la Filcams e sul tema si interroga Franco Martini: “La lettura del mondo dei lavori va fatta fino in fondo, e sto pensando alla contrattazione. Sul ‘no’ ad una riforma di ‘modellistica contrattuale’ siamo tutti d’accordo, ma la contrattazione della Filcams è diversa dall’esperienza contrattuale prevalente in Cgil. Ad esempio il rapporto tra primo e secondo livello da noi è questione teoretica. Vogliamo forse spostare al secondo livello la contrattazione nel lavoro domestico, negli studi professionali, nel terziario? Significherebbe non sapere di cosa stiamo parlando”.
E a questo proposito Martini lancia una proposta, in vista della piattaforma sul contratto del commercio: “Perchè non proponiamo noi la riunificazione contrattuale? Ad esempio un contratto che riunifichi la grande distribuzione?”. Accanto ad un segnale all’esterno, anche Martini (come Montagni nell’introduzione) volge lo sguardo alla sua confederazione: “Non ci basta – dice – essere la prima categoria degli attivi, e rivendico che siamo il settore con la più bassa percentuale automatica del rinnovo automatico delle deleghe: quel dato organizzativo rappresenta un mondo che bussa con grande insistenza ai nostri uffici; se non si comprendesse che aria si respira nel mondo del lavoro non dovremmo meravigliarci di ciò che accade sul piano politico”.
Ricominciare “la battaglia per i diritti” è l’auspicio di Giampaolo De Poli, delegato al Gigante di Sesto San Giovanni: “Il padrone ha affisso in bacheca la richiesta di promoter per vendere prodotti a marchio Gigante. Richiesta valida solo per le donne, per metterle nell’angolo. Dunque è bene riflettere sul fatto che la discriminazione non riguarda solo la società civile ma anche i luoghi di lavoro”.
Più diritti e più salario è il punto di partenza del ragionamento di Giorgio Ortolani, della segreteria Filcams di Milano, “altrimenti la nostra funzione non esiste”. Occorre “connettere le realtà concrete, non calare dall’alto chissà cosa”: infatti il sindacalista passa poi a descrivere le vertenze lombarde più importanti, da Autogrill a Compass group fino all’Esselunga.
Sulla moltiplicazione dei contratti nazionali unilaterali, sulla scia di Martini, interviene Gianluca Lacoppola, delegato ai multiservizi di Firenze: “L’esigenza di accorpare è vera, ma non basta. In Filcams abbiamo il problema che tanti contratti nazionali coesistono spesso in un unico posto di lavoro, quindi la battaglia contro la frammentazione è più ampia. Inoltre dobbiamo ricostruire la centralità dei delegati, dando loro gli strumenti per essere attivi sui luoghi di lavoro, poter contare”.
Di concretezza vertenziale ragiona anche Maria Carla Rossi, della segreteria Filcams di Milano, a proposito della condizione delle lavoratrici associate in partecipazione in Isola Verde e PoltroneSofà. Nel primo caso “le lavoratrici si sono riunite in coordinamento e si sono conosciute in assemblea, da loro stesse organizzata”.
Ma il tema organizzativo investe anche la rappresentanza politica, osserva Zaverio Giupponi, delegato alla Cgt di Milano, “sennò rimarremo senza sponda. I lavoratori, se sentono che i loro diritti perdono importanza, si rivolgono alla rappresentanza sindacale, ma non riusciamo a portare a casa risultati veri e facciamo fatica a difendere persino ciò che abbiamo”.
Difficile, in conclusione, il compito di Nicola Nicolosi, che è riuscito a tenere assieme le questioni concrete e il complicato ‘scenario’ politico-sindacale. Le risposte che può fornire la Cgil sono molteplici ma se di ‘autoriforma’ è giusto parlare, “che sia verso il territorio, che punti a rafforzare il ruolo dei delegati”. Proprio nello spirito dell’assemblea di Milano.
P. R.

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