Tutti per uno, Monti per tutti

di Frida Nacinovich

La strana maggioranza che sostiene il governo Monti – Pd, Pdl e Udc – è riuscita ad  alzare l’età pensionabile a sessantasette anni, a cancellare l’articolo 18, a rifinanziare integralmente le missioni militari all’estero. Tutti per uno, Monti per tutti. Succede però che il capo dello Stato chieda alle forze politiche di cambiare la legge elettorale. Di farlo presto, prestissimo. Il cielo sopra Montecitorio e palazzo Madama si squarcia, dall’ABC della politica (Alfano, Bersani, Casini) si deve passare all’intero alfabeto, compresa la D di Di Pietro e la M di Maroni. Risultato: una babele di posizioni, anche interne agli stessi partiti, come dimostra la peculiare discussione in corso nel Pd, dove Bersani ha un’idea, Veltroni un’altra, Fioroni un’altra ancora. Il Pdl riberlusconizzato non trova di meglio che tirarla per le lunghe, vertici, riunioni, tavoli su tavoli. Nel mentre approva in Senato – in accordo con la Lega - il semipresidenzialismo. Un pastrocchio istituzionale come raramente c’è stato modo di vedere. Nel reiterato sforzo – che va avanti da anni e anni – di picconare la Costituzione repubblicana i diletti figli del dio Po e le armate brancaleone del Cavaliere si dimenticano di quanto approvato nelle ultime stagioni, federalismo compreso, e provano a giocare l’ennesima partita parallela abbandonalo il campo della legge elettorale. Salvo poi dire che sono disposti a cambiare il porcellum di Calderoli se verranno seguite le loro indicazioni.
Come nel gioco dell’oca, settimana dopo settimana si torna invariabilmente al punto di partenza. Pierluigi Bersani conta le giravolte del Pdl, siamo alla settima o addirittura all’ottava. Un giorno si cancella il listino bloccato e si reintroducono le preferenze, il giorno dopo si toglie il premio di maggioranza alla coalizione e si dà al solo partito che prende più voti, un altro ancora si torna ai collegi uninominali, e in fine si vagheggia il recupero del sistema proporzionale. Insomma ce n’è per tutti i gusti. I professionisti del retroscena immaginano addirittura uno scenario di unità nazionale con la strana maggioranza che compatta candida Mario Monti per i prossimi cinque anni.
Fantapolitica, anche se a Pierferdinando Casini e a Matteo Renzi piacerebbe moltissimo. Ma la realtà racconta che Giorgio Napolitano ha detto chiaro e tondo che l’attuale legge elettorale deve essere cambiata. E, almeno per ora,  né Alfano né Bersani, né tanto meno Casini hanno mai disobbedito al presidente della Repubblica. Ulteriore variabile della partita sulla legge elettorale sono le possibili elezioni anticipate. Nessuno dice ufficialmente di volerle ma molti le vedrebbero di buon occhio, soprattutto fra le fila della maggioranza che sostiene Monti. Otto mesi fa dicevano esattamente l’opposto. Ma si sono resi conto che le ricette del professore della Bocconi non sono esattamente popolari, soprattutto non hanno minimamente risolto il problema della speculazione finanziaria, che non è solo italiano.
Il valzer del porcellum è destinato a continuare, per l’intero mese di agosto. Prima di un autunno che si annuncia caldissimo, sotto ogni punto di vista.


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