Specchio, specchio delle mie brame chi è il più guerrafondaio del reame? Come la strega di Biancaneve, Giorgia Meloni ha il timore, neppure troppo sottile, di essere malvista a Bruxelles. Fin quando si tratta di politica economica, di Mes e di Pnrr, poco male, tanto fra un anno arrivano le elezioni europee e i Conservatori di cui fa parte hanno il vento in poppa. Ma sulla guerra in Ucraina no, non vuole essere scavalcata da un Pd che, al di là delle parole, tiene ferma la barra dell’invio delle armi a Zelensky. Se lo specchio di palazzo Chigi le rispondesse: “Cara Giorgia, tu sei brava e volenterosa, ma Elly è non solo più giovane ma anche più in prima linea di te”, la presidente del Consiglio non se ne farebbe una ragione. Così in Parlamento la sorella d’Italia ha rispolverato la famosa sentenza di Vegezio: ‘Si vis pacem para belum’. Insomma avanti, fino alla vittoria finale. Bomba su bomba, noi arriveremo a Mosca, parafrasando la celebre canzone di Antonello Venditti. Diciotto mesi di devastazioni, le enormi sofferenze fra le popolazioni coinvolte direttamente dal conflitto, di migliaia e migliaia di morti soprattutto militari ma anche civili, non hanno spostato di un millimetro la posizione di Fratelli d’Italia, che ora è anche quella del governo sul conflitto russo-ucraino. C’è da preoccuparsi, parecchio. Anche perché questa era la stessa, identica posizione del ‘governo dei migliori’, guidato dal migliore dei migliori Mario Draghi. Un governo con Pd, Cinque stelle, Lega e Forza Italia, all’epoca Fratelli d’Italia era all’opposizione, ma non certo sulla guerra. Insomma, fatto uno più uno l’intero parlamento italiano, con l’eccezione dello sparuto gruppetto dei parlamentari di sinistra, non molla e lucida quotidianamente l’elmetto. Se poi qualche generale, e tanti veri esperi di geopolitica internazionale, Lucio Caracciolo in primis, avvertono che una vittoria militare sul campo dell’una o dell’altra parte è assai improbabile, per non dire impossibile, sorella Giorgia fa spallucce e ripete come un disco rotto che ‘le italiane e gli italiani l’hanno votata e quindi tocca a lei prendere le decisioni’. Credere, obbedire, combattere, esattamente come un secolo fa.