La rivoluzione gentile di un LSU stabilizzato - di Guglielmo Limatola

Il percorso lavorativo e di militanza sindacale di Guglielmo, dipendente di Napoli Servizi

Mi piace Maurizio Landini: parla al popolo perché viene dal popolo. Anch’io, come lui, ho cominciato a lavorare da giovanissimo. Sono entrato in fabbrica a 16 anni, era il 1975. Per me il lavoro ha sempre profumato di dignità; tuttavia ho conosciuto il lavoro povero, quello senza diritti e senza tutele.

Per molti anni sono stato un lavoratore a nero, uno dei tanti invisibili che ancora oggi “aspietta ‘a ciorta”, come cantava il grande Pino Daniele. Fino al 1995 ho stretto i denti, ho lottato per avere una possibilità, sono caduto tante volte e tante volte mi sono rialzato.

Poi, uno spiraglio di luce: è iniziato il mio percorso come L.S.U. al Comune di Napoli. La voglia di emanciparmi era tanta, il lavoro lo divoravo, ho cercato di acquisire in tempi ristrettissimi conoscenze e competenze amministrative. Per nove anni ho cercato di riempire di significato parole tipo lotta, diritti, emancipazione e l’ho fatto utilizzando l’unico strumento che conoscevo: il lavoro.

Nel 2004, il Comune creò una partecipata che si occupa di accompagnamento scolastico e terapeutico di ragazze e ragazzi portatori di handicap. Morale della favola: sono passato dall’essere L.S.U. ad avere un contratto a tempo indeterminato. E’ iniziata così la mia più grande esperienza umana e lavorativa. Sì, perché questo tipo di lavoro non lo puoi svolgere se non ci metti anche il cuore. Regalare sorrisi è una delle cose che mi riesce meglio; restare umano è uno dei miei obiettivi.

Ho sempre pensato che noi lavoratori siamo le braccia e le gambe di queste persone, li aiutiamo nel quotidiano. Siamo una piccola rete sociale formata, inizialmente, da 117 unità e composta da 80 autisti e 30 persone nei centri di accoglienza. Ma non è tutto rose e fiori. Per 7 anni siamo stati una squadra affiatata. Una squadra che cresceva in quanto a competenze ed a numeri. Nel 2007/08, infatti, il Comune di Napoli ha deliberato un nuovo servizio da dare in assistenza alle scuole e vengono assunti altri 260 lavoratori, con qualifica di O.S.S..

Questi professionisti del sociale hanno dato un valore aggiunto al servizio ed alla società per cui lavoravo. Società che, nel frattempo, è diventata al 100% di proprietà del Comune che ne è diventato unico committente. Ero contento e soddisfatto, a livello professionale e non solo.

Ma dietro l’angolo c’erano i primi problemi. Nel 2013, infatti, i problemi societari si sono fatti sempre più gravi. Le assemblee sindacali, i primi scioperi: una lotta per il lavoro che diventava lotta di responsabilità. Sì, perché da un lato c’erano le nostre legittime richieste, dall’altra c’erano i cittadini. Abbiamo sempre cercato di non penalizzare le persone. Il nostro disagio, anche quando è stato acutissimo, non ha mai incontrato i volti delle ragazze e dei ragazzi a cui ogni giorno regaliamo piccole dosi di dignità.

E’ anche questo che mi ha insegnato la militanza all’interno della Filcams-Cgil. Il senso del dovere che incontra il dovere della responsabilità. Poi, l’adesione a Lavoro e Società Sinistra Sindacale perché in gioco non è mai stato solo il mio piccolo pezzetto di felicità: è l’idea di una società diversa che ha sempre animato tutte le mie azioni. Una società che provi ad emancipare gli ultimi attraverso il lavoro.

Sarò franco: le trattative tra società e proprietà sono state spesso estenuanti, ma hanno dato i loro frutti. In diversi anni di lotta siamo riusciti a mettere in sicurezza 420 lavoratrici e lavoratori. Abbiamo colto le opportunità che ci sono state offerte dalle leggi dello Stato ed oggi 420 famiglie possono vivere con un minimo di serenità. Personalmente, la cosa di cui vado più orgoglioso è che le difficoltà della vita non sono riuscite a cambiarmi: ieri... regalavo sorrisi agli utenti, oggi... continuo a farlo.
Nella vita sono sempre stato un rivoluzionario. Mi piace pensare di aver realizzato questa rivoluzione: far sentire tutti importanti. In un Paese che innalza muri tra i diversi, mi piace poter rivendicare con orgoglio che invece il mio lavoro consiste anche nel costruire ponti di dignità e di dialogo. Insomma, una piccola rivoluzione...gentile!


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