"Open Corporation", come rendere accessibili le multinazionali - di Stefania Radici

Cos’è Open Corporation? Potremmo dire che è un osservatorio sulle multinazionali, ma ne sviliremmo il senso e la portata. Open Corporation è una sfida che il sindacato lancia a se stesso e alle multinazionali. Una sfida per misurare la capacità di rompere il tabù della responsabilità sociale “concessa” benevolmente dall’alto, esercitata dall’impresa con un atteggiamento paternalistico. No, la responsabilità sociale non può essere un’erogazione liberale, un favore, è un dovere per l’impresa ed un diritto per chi è direttamente o indirettamente coinvolto dalle sue attività: il lavoratore, la lavoratrice, l’indotto, la comunità.

Per partecipare alla responsabilità sociale di un’impresa bisogna avere informazioni e saperle leggere. Da qui nasce #OpenCorporation: per acquisire elementi conoscitivi sulle multinazionali, rendere accessibili al pubblico dati che hanno rilevanza pubblica, cogliere la realtà oltre la rappresentazione, rilevare lo iato tra dichiarazioni e azioni, avere una visione complessiva e globale sulle strategie aziendali e contribuire a costruire un terreno di dialogo senza infingimenti.

Open Corporation è stato progettato dalla Filcams-CGIL, inizialmente finanziato dalla Commissione europea, a seguire rifinanziato dal CeMu e realizzato in cooperazione ad organizzazioni sindacali nazionali ed europee e con il contributo tecnico-scientifico di istituti di ricerca ed esperti, coordinati da IRES Emilia Romagna.

Che informazioni raccoglie www.opencorporation.org? Sulla proprietà e gli azionisti, in breve su chi comanda e che interessi abbia; la forma giuridica ed il sistema di gestione; la sede legale, il perimetro geografico e settoriale; il numero dei lavoratori; indicatori finanziari utili a valutare la capacità di produrre ricchezza e a favore di chi; il dialogo sociale, la contrattazione collettiva, l’esercizio dei doveri di informazione e consultazione, meccanismi di co-determinazione; le condizioni di lavoro, il rispetto delle normative internazionali e l’impegno sul fronte della filiera, le certificazioni sociali e la rendicontazione sociale; l’inclusione della forza lavoro a prescindere dalle (o in virtù delle) diversità; l’accessibilità dei lavoratori con esigenze speciali; le politiche per la riduzione dell’impatto ambientale.

La piattaforma consente di comparare imprese che operano nel medesimo settore o paese, ma anche di valutare l’andamento nel tempo, verificare processi in corso ed anticipare tendenze e cambiamenti. Offre non solo una fotografia delle imprese, ma fotogrammi in sequenza, perché monitorando le imprese nel tempo, è in grado di registrare mutamenti e dinamiche.

La prospettiva è internazionale, per favorire un’azione che superi le barriere nazionali ed operi sullo stesso livello di un’impresa multinazionale. Tutti i dati sono oggettivamente verificabili e sono rilasciati in modalità open, perché la libera circolazione delle informazioni oltre ad essere rivendicata va praticata.

Su circa 500 delle 9.000 imprese in osservatorio viene elaborata una classifica sintetica e delle classifiche tematiche, che possano restituire graficamente la qualità dell’impegno dell’impresa su ambiti di interesse sociale e sindacale. Riflessioni ed elaborazioni vengono ospitate nel blog del sito.

L’obiettivo non è quello di mettere alla gogna le imprese in fondo alla classifica o di conferire un premio a chi sta in alto. L’obiettivo è quello di misurare l’azione dell’impresa con il nostro metro di giudizio, con la nostra idea di responsabilità sociale, di incalzarle facendo leva sulla corporate reputation e stimolarle a competere sul terreno della qualità e della sostenibilità. Del resto, come diceva Nietzsche, “l’arma migliore contro il nemico è un altro nemico”.

Il numero di banche dati, pubbliche e private, consultate per la raccolta dei dati (tra le altre, Bureau Van Dijk, GRI, la banca dati ILO e CE sugli accordi transnazionali; la banca dati del sindacato europeo sui CAE e le SE, il Global Compact), nonché il numero di sinergie costruite con organizzazioni internazionali che operano per la tutela del lavoro e dell’ambiente (ad es. Business&HumanRights) sono in costante crescita, al fine di poter mettere a disposizione un numero rilevante di dati ed informazioni utili a conoscere, monitorare, verificare, valutare, intervenire, negoziare, partecipare.

Open Corporation è uno strumento, messo a disposizione del sindacato per contribuire all’obiettivo di trasformare l’impresa in polis, di democratizzare l’impresa, di rispondere alle forze centripete all’interno dell’impresa che tendono a risucchiare il potere verso il centro, con delle forze centrifughe che possano disperdere il potere, portando alla condivisione, alla partecipazione attiva e soprattutto informata da parte dei principali stakeholders dell’impresa. Del resto non siamo mai stati refrattari ad “esigere l’impossibile” ed in un contesto dominato dal potere delle imprese multinazionali (si noti che delle prime 100 entità economiche, 65 sono multinazionali e 35 governi), promuovere meccanismi di controllo e partecipazione dei lavoratori ai processi decisionali diventa un dovere per la salvaguardia della democrazia.

In una sfida di tale portata riecheggia sempre attuale l’appello fatto da Karl Marx: “Proletari di tutti i paesi unitevi”. La solidarietà tra lavoratori e lavoratrici al di là delle barriere settoriali o nazionali è e resterà sempre un’arma imprescindibile per condurre non delle battaglie difensive, di arroccamento, di retroguardia, bensì delle battaglie di offensiva, di avanguardia, che puntino a conquistare nuovi diritti per i lavoratori e le lavoratrici in un mondo che cambia.
Se vuoi collaborare e/o segnalare comportamenti aziendali in contrasto con le valutazioni date, scrivi a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it..


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