Eppure il vento soffia ancora! - di Kang Sheng

Un’ondata possente di lotte sta scuotendo l’America Latina e il mondo arabo-islamico. Centinaia di migliaia di uomini e donne scendono in strada e manifestano, chiedono giustizia e libertà, si ribellano alle politiche del Fondo Monetario Internazionale, alle ricette del neoliberismo, denunciano la corruzione dei ricchi.

Annichiliti da politiche trentennali che hanno disperso il patrimonio della sinistra e del movimento sindacale nei paesi dell’Europa e negli Stati uniti, privati di riferimenti ideali e travolti dalla narrazione che ci descrive un mondo dove lo scontro sarebbe tra diverse versioni dello stesso sistema, l’una liberista ed elitaria, l’altra liberista, populista e xenofoba, ambedue contro il lavoro e i suoi diritti, nemmeno vediamo quel che accade nel resto del mondo, nei paesi in cui la gioventù costituisce ancora la stragrande maggioranza della popolazione.

In tuti i paesi, ferma è l’opposizione al neoliberismo e all’imperialismo.

Ovunque è lotta contro la povertà e per una vita degna. Nel mondo arabo islamico dal Sudan, al Libano, all’Irak la lotta alla corruzione si affianca alla lotta contro il settarismo religioso. Il prezzo di queste mobilitazioni è altissimo: oltre 200 ad oggi i morti in Irak, centinaia i morti in Sudan, così come le vittime in Cile, in Ecuador, ad Haiti. Ovunque tornano a sventolare accanto ai vessilli nazionali, simbolo di indipendenza e unità, le rosse bandiere dei partiti comunisti e dei sindacati. Il socialismo in tutte le sue versioni e varianti, da quello socialista democratica, a quello basista e populista, a quello umanitario, a quello “tradizionale”, dimostra la sua vitalità nel XXI secolo.

Il vento soffia ancora. “E’ un vento rosso che non si può fermare e unisce chi ha deciso di lottare!”.


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