Una stagione contrattuale inedita - di Loredana Sasia

Materiali del seminario nazionale di Lavoro Società

“La stagione contrattuale in Filcams per una contrattazione inclusiva” (1)

[Pubblichiamo le prime due parti del contributo di Loredana al Seminario nazionale di Lavoro Società. La terza parte sarà pubblicata nel prossimo numero]

Nell’analizzare il contesto contrattuale del terziario 4.0 nel quale la nostra categoria si vede coinvolta è importante tenere conto anche del contesto storico di questi anni che ha influito pesantemente nelle nostre azioni quotidiane di difesa dei diritti e delle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori nella salvaguardia dell’occupazione e nelle contrattazioni di 1 e 2 livello.

Inedita è la situazione di crisi economica e sociale nel nostro Paese con l’aumento delle disuguaglianze sociali, della povertà, a causa delle politiche di austerity, delle leggi di bilancio che prevedono tagli ai servizi essenziali, della mancanza di politiche di sviluppo economico e sociale. I rapporti della Fondazione di Vittorio e da ultimo il rapporto della Caritas rappresentano una situazione davvero drammatica del paese. Vorrei soffermarmi solo su alcuni di questi elementi per rappresentare meglio le difficoltà che riscontriamo nell’ambito dei rinnovi dei contratti collettivi nazionali.

Il secondo rapporto della fondazione di Vittorio ottobre 2017 evidenzia, nel contesto europeo, un Italia che perde di più e recupera meno (dato rif. Pil) rispetto agli altri paesi europei; dovuto a scelte prevalentemente austere come tagli nei servizi essenziali (sanità, istruzione) e prive di investimento che penalizzano la domanda interna e determinano un arretramento della nostra economia con consumi che sono ancora del 4,7% sotto il valore del 2007. Una tendenza destinata a proseguire ancora per tutto il 2018 e in prospettiva con forti preoccupazioni sui salari e sulla disoccupazione giovanile.

La medesima preoccupazione viene espressa dal rapporto della Caritas sui dati della povertà, che evidenzia un’esclusione sociale che non ha precedenti, i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni. Se negli anni antecedenti la categoria più svantaggiata nella crisi economica era quella degli anziani, da circa un lustro sono invece i giovani giovanissimi (under 34) a vivere la situazione più critica. Una disoccupazione giovanile tra i 15-34 anni senza precedenti rispetto al 2007, con un aumento di 17 punti percentuali, uno degli aumenti più elevati in Europa. Proprio per questo viene considerato il paese europeo con la più alta presenza di neet, di giovani senza lavoro e che non frequentano corsi di formazione.

Risulta pertanto fasulla la rivendicazione da parte del Governo italiano di aver creato 900 mila posti di lavoro principalmente su due questioni di merito: sulla qualità di lavoro; la maggioranza delle nuove assunzioni è costituita da contratti a termine e dalle forme non a tempo indeterminato dell’ultimo triennio; raffrontando le unità di lavoro del secondo trimestre 2017 rispetto a quelle del 2008 ne mancherebbero 1 milione e 200 mila; infine si contano 3 milioni di persone in cerca di occupazione, di cui almeno la metà sotto i 35 anni.
Un contesto economico e sociale preoccupante che ricade nell’ambito dei nostri rinnovi contrattuali e soprattutto nei comportamenti tenuti dalle controparti datoriali nelle relazioni sindacali e nel tentativo di smantellamento dei diritti e del contratto nazionale.

Una stagione contrattuale che rappresenta per molte lavoratrici e lavoratori una mancanza di rinnovo contrattuale da oltre 4 anni oltre alle vertenze e alle lotte nelle quali sono coinvolti molti lavoratori in questi anni per la difesa anche del proprio posto di lavoro nei confronti di chi cerca di smantellare i diritti. Sono 13 i contratti collettivi nazionali del nostro settore su 23 in attesa di essere rinnovati, proprio perché le proposte della controparte non sono accettabili per gli effetti che possono avere sulle condizioni di chi noi rappresentiamo.

Una stagione davvero inedita per la forte frammentazione dei settori e delle associazioni datoriali che fanno ricadere la crisi sulle lavoratrici e sui lavoratori, con una forte concorrenza tra le aziende sulla riduzione dei costi del lavoro e con il rischio del dumping contrattuale che mette in discussione il sistema delle relazioni sindacali e i pilastri della contrattazione, indebolita dai pesanti attacchi sul ruolo del sindacato con una proliferazione dei contratti nazionali non necessaria.

In questo contesto inedito siamo impegnati da diversi anni nella contrattazione difensiva della nostra contrattazione di 1° e 2° livello, cercando di divenire come categoria attori del cambiamento nella costruzione di un modello sociale alternativo a quello attuale nella costruzione del nuovo codice appalti, nelle proposte per il piano del lavoro, nella carta dei diritti universali del lavoro, contro il job act nella lotta alla precarietà, per la riunificazione del mondo del lavoro.

Abbiamo messo in campo numerose sfide in questi anni e ci siamo anche ingegnati a trovare soluzioni per la salvaguardia dell’occupazione e per azioni inclusive a fronte di molteplici crisi aziendali accompagnate da disdette di contratti integrativi.


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