Contratto ristorazione: l'importanza dell'orario minimo - di Maria Luisa Rosolia

Una delle richieste che fanno le controparti quando si tratta di rinnovare i contratti nazionali è quella di eliminare o ridurre quello che è l’orario minimo previsto dal CCNL. Questa richiesta è stata rinnovata da ANGEM e ACI all’interno della trattativa per il rinnovo del CCNL della ristorazione collettiva.
Noi crediamo, anche sulla base dell’esperienza fatta, che la riduzione o l’eliminazione del minimo contrattuale oggi previsto nel turismo (15 ore) o nei multiservizi (14 ore), sarebbe negativo per noi lavoratrici del settore. Ci troveremmo di fronte a contratti con monte orario sempre più basso e con lavoratrici disposte a tutto per raggranellare qualche ora di lavoro supplementare.
Non dobbiamo poi dimenticare che anche l’accesso a mutui o prestiti è vincolato ai redditi certi, orari di lavoro determinati e non ai possibili supplementari. Lo stesso vale per gli assegni familiari.
Nell’appalto scuole Milano, che conta circa 1800 lavoratrici di cui 2/3 con CCNL turismo e 1/3 con CCNL multiservizi, proprio la presenza di un minimo contrattuale ben definito ci ha consentito di far sì che su circa 360 lavoratrici sotto i minimi, presenti un anno fa, oggi siamo passati a circa 60, la maggioranza delle quali hanno scelto (per altro lavoro o problemi familiari) di non aumentare il proprio orario.
Non è stato semplice farlo, ma la determinazione delle delegate e della Filcams di Milano, unita alla capacità di mettere il committente nelle condizioni di dover fare rispettare i vincoli del capitolato di appalto, uno dei quali è il rispetto del CCNL, ci ha consentito di migliorare i contratti e conseguentemente le condizioni salariali di 300 nostre colleghe. Per la cronaca, ci ha consentito anche di aumentare il numero delle lavoratrici iscritte alla Filcams, che oggi sono oltre 1000 nell’appalto scuole Milano.
Anche per questo pensiamo che, se è comprensibile che le parti datoriali facciano tale richiesta per risparmiare ancora sul costo del lavoro e flessibilizzare una manodopera che lo è già fin troppo, sia giusta la posizione della Filcams che si oppone a tale richiesta.
I contratti e la contrattazione territoriale o aziendale consentono già una riduzione di orario per affrontare situazioni particolari; sarebbe una iattura per le lavoratrici del settore una deregolamentazione della materia.
“Operare senza regole è il più faticoso e difficile mestiere di questo mondo”, sosteneva Alessandro Manzoni ne “La storia della colonna infame”. E il nostro lavoro è già abbastanza faticoso.


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