La Grecia, il sindacato, la sinistra - di Andrea Montagni

La sinistra greca governa per un’alternativa politica e sociale alle politiche di austerità, al liberismo economico e alle ricette delle destre al governo in Europa: tagli allo stato sociale, rimessa in discussione della contrattazione collettiva, flessibilità totale del mercato del lavoro e bassi salari.
I greci hanno tenuto il punto contro i diktat della Commissione europea, dei governi liberisti, della BCE e del FMI.
Qualunque cosa possa succedere in futuro, i lavoratori di tutta Europa, il movimento sindacale europeo, i partiti e i movimenti della sinistra europea devono esprimere grande riconoscenza ai giovani, ai lavoratori, ai pensionati, ai disoccupati della Grecia per la loro dignità, il loro coraggio e la loro determinazione.
La vicenda greca ha mostrato che è giunto al capolinea anche il socialismo europeo. I partiti socialdemocratici si sono allineati alle forze liberiste e alle loro ricette. Questo è un insegnamento anche per il movimento sindacale europeo che invece ha mostrato in tante e molteplici forme sostegno e simpatia per le posizioni greche.
Il PD – che pure è partito del socialismo europeo – è stato tra i più servili verso le politiche liberiste, coerentemente con l’attacco portato sul fronte interno sui diritti del lavoro, sullo stato sociale, sulla democrazia rappresentativa e partecipativa.
Si pone in tutta la sua evidenza, la mancanza In Italia di riferimenti politici che mettano il lavoro e la sua rappresentanza come fondamento identitario e base di un ragionamento di alternativa politica e sociale.
La CGIL è un soggetto autonomo che fa politica negli àmbiti della iniziativa sindacale, ma gli uomini e donne della CGIL debbono mettere in agenda la necessità di un alternativa politica che ponga il problema del governo del Paese. Per contribuire anche in Italia ad un’Europa sociale.


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