Un voto che divide... - di Riccardo Chiari

Il 31 maggio quasi 23 milioni di elettori saranno chiamati al voto per rinnovare sette Consigli regionali – in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia – e oltre mille Consigli comunali, fra cui Venezia e le “speciali” Trento, Bolzano e Aosta. Visti i numeri, il test è probante. Ancor di più per la sinistra, le cui forze politicamente organizzate si presentano unite, e in alternativa al Pd, nelle quattro città ricordate e in Liguria, Toscana, Marche e Campania. Mentre in Veneto, Umbria e Puglia la scelta di Sel, e di alcuni transfughi di Rifondazione comunista, è stata quella di appoggiare il candidato del partito guidato da Matteo Renzi.
Nella regione dove per dieci anni è stato governatore Nichi Vendola, il candidato del centrosinistra Michele Emiliano viene appoggiato da otto liste: fra queste il Pd, il Pcdi, due “personali” dell’ex sindaco di Bari (La Puglia con Emiliano ed Emiliano sindaco di Puglia), e “Noi a sinistra per la Puglia”, lista battezzata dallo stesso Vendola e che racchiude al suo interno Sinistra ecologia e libertà. Alla sinistra del Pd si collocano invece l’Altra Puglia che candida Riccardo Rossi; Alternativa comunista (di casa da queste parti) con Michele Rizzi, e gli stessi Verdi che si presentano in solitaria con Gregorio Mariggiò.
In Umbria, dove si ricandida la presidente uscente Catiuscia Marini del Pd, a farle da corona c’è fra gli altri “Umbria più Uguale”, cioè la lista che raccoglie tre anime della sinistra umbra. Si tratta di Sinistra ecologia libertà, delle liste civiche del sindaco di Gubbio, Filippo Stirati e de “La Sinistra per l’Umbria”, composta da ex del Prc guidati dall’assessore regionale uscente Stefano Vinti, oggi attivista dall’associazione Sinistra Lavoro Umbria. Rispetto al 2010 alla coalizione di Marini mancano l’Idv e Rifondazione comunista, che insieme ai comitati Tsipras del territorio candida il segretario di Terni, Michele Vecchietti, dietro le insegne della lista “L’Umbria per un’altra Europa”. Da segnalare, a sinistra, anche la candidatura di Aurelio Fabiani con la lista “Casa Rossa - Partito comunista dei lavoratori”.
Anche nel Veneto, dove la corsa elettorale è arricchita dalle elezioni comunali nel capoluogo Venezia (con un centro-sinistra compatto a sostegno di Felice Casson), c’è una divisione a sinistra. Dovuta anche alla scelta del Pd di candidare alla presidenza della Regione l’europarlamentare Alessandra Moretti, folgorata sulla via del renzismo dopo ripetute giravolte fra le correnti del partito. Fra le cinque liste che la sostengono si trova “Ven(e)to nuovo”, formata da Sel, Verdi, e anche in questo caso da transfughi dal Prc. Mentre Rifondazione e i movimenti che si richiamano all’esperienza unitaria delle elezioni europee presentano la lista alternativa “L’Altro Veneto – Ora Possiamo”, che candida alla presidenza regionale Laura Di Lucia Coletti.

 

... e un voto che unisce

Le prove di unità a sinistra, in alternativa al Pd di Matteo Renzi, hanno trovato in questi mesi una positiva evoluzione per le elezioni regionali di Liguria, Toscana, Marche e Campania. Poi sono arrivate altre conferme alle comunali di Bolzano, dove Verdi, Sel e Prc sostengono la candidata sindaca Cecilia Stefanelli. A Venezia, grazie al dem critico Felice Casson che ha subito unito la sinistra locale. E ancora a Trento con la candidata Antonia Roman, e ad Aosta con la candidata Carola Carpinello.
La rottura più vistosa fra il Pd e le forze di sinistra si è consumata in Liguria, dove alla candidatura della dem Raffaella Paita ha fatto eco l’uscita dal partito di Sergio Cofferati e del civatiano Luca Pastorino, che si è candidato con la “sua” Lista Pastorino e con la “Rete a Sinistra”, comprendente Sel, Rifondazione e altre realtà critiche con il Pd. Fra i candidati alle regionali liguri ci sono anche Antonio Bruno per il “Progetto Altra Liguria”, e Matteo Piccardi del Pcl.
Anche la Toscana, roccaforte renziana, vede un interessante confronto-scontro: da una parte il ricandidato Enrico Rossi, un tempo alfiere del centro-sinistra e oggi sostenuto dal Pd e dal rassemblement centrista “Popolo toscano”; dall’altra la sinistra unita nella lista “Sì – Toscana a sinistra”, che candida presidente l’ancor giovane, ma già storico attivista dei Social forum europei e mondiali e del movimento per l’acqua pubblica, Tommaso Fattori.
Le Marche hanno fatto da apripista alle attuali dinamiche politiche: il presidente uscente Gian Mario Spacca scende in campo, dopo avere rotto con il Pd, alla guida del centrodestra. Contro di lui l’ex sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli, sostenuto da Pd e centristi, e soprattutto Edoardo Mentrasti, con la lista “Altre Marche-Sinistra unita” che comprende Sel, Rifondazione e le altre realtà di sinistra.
Infine la Campania, dove la vittoria alle primarie del Pd di Vincenzo De Luca ha aperto la strada alla candidatura unitaria di Salvatore Vozza, che guida la lista “Sinistra al lavoro per la Campania” che raggruppa anche in questo caso Sel, Rifondazione comunista e le altre realtà della sinistra locale.


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