... Se D'Alema dice qualcosa di sinistra - di Frida Nacinovich

I Dik Dik sognavano la California perché in Italia la sinistra c’era già. Ma gli anni sessanta sono lontani, gli eredi di quello che fu il più forte partito comunista dell’Occidente vogliono votare a stragrande maggioranza (85 a 15) per un ulteriore abbassamento dei diritti e delle tutele dei lavoratori. Per farli tornare, più o meno, all’epoca in cui un’intera generazione si ribellò al modello sociale, culturale e politico del paese. Quando, appunto, nei juke-box e nei mangiadischi si sognava la California. Più di recente – sono passati (solo) vent’anni – l’attore e regista Nanni Moretti dava voce all’intera sinistra italiana, immaginando di essere davanti al televisore durante un talk-show con il segretario del partito erede diretto del Pci. “D’Alema, ti prego, dì qualcosa di sinistra”. Moretti è stato accontentato solo ora, quando di acqua sotto i ponti ne è passata così tanta che il segretario dell’erede dell’erede del Pci ha detto papale papale che “il lavoro deve essere liberato da diritti e tutele”. Considerati alla stregua di lacci e lacciuoli che imprigionano gli animal spirits del capitalismo, e non permettono all’Italia di essere una nazione moderna e molto molto smart. A ben vedere Matteo Renzi un miracolo l’ha fatto: far dire a Massimo D’Alema qualcosa di sinistra. Noi stiamo qui, nel mezzo di una crisi del capitalismo come mai è stata vista nel passato, e alle prese con presunte ricette che pensano di superarla riportando il mondo del lavoro agli anni cinquanta. La definitiva cancellazione dell’articolo 18, il cosiddetto jobs act chiudono il cerchio di un’operazione avviata dal governo “tecnico” di Mario Monti e in particolare dall’allora ministro del lavoro, Elsa Fornero. Perfino nel Pd, che pure ha votato senza battere ciglio cose come il pareggio di bilancio in Costituzione e il fiscal compact si è alzata una piccola fronda critica. Sui media la chiamano “sinistra Pd”, la maggioranza del partito la definisce sprezzantemente “vecchia guardia”, ne fanno parte giovani e (soprattutto) meno giovani dirigenti che si stanno rendendo conto che il tiro andrebbe corretto. Di un paio di gradi. Non di più, sia chiaro.


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