Alle origini del nostro sindacato - di Gianluca Lacoppola

[Questo articolo, con il titolo “La nascita della FILCAMS- CGIL”, è stato pubblicato anonimo sul numero unico “Filcams Lavoro società” del febbraio 2011]

Le prime esperienze sindacali italiane nel corso dell’Ottocento sono per lo più lotte auto-organizzate di difesa portate avanti da piccoli gruppi di lavoratori. Nascono in quest’ottica le Leghe, le Società operaie e le Società di Mutuo Soccorso (SMS).
Anche nel terziario le prime forme organizzative risalgono ai primi tempi dell’unità d’Italia. SMS dei commessi e dei viaggiatori di commercio vengono fondate a Venezia e Bologna e più tardi a Bergamo. Associazioni di camerieri, cuochi, ecc. vengono fondate in varie città d’Italia. Svolgono attività previdenziali, di sostegno alla vecchiaia e alla disoccupazione, organizzano scuole e uffici di collocamento.
I lavoratori del commercio alla fine del secolo (l’Ottocento) cercano di darsi una dimensione nazionale attraverso la fondazione prima di una Lega nazionale poi di una Federazione (1899). L’attività sindacale ancora debole si dà come obbiettivi gli aumenti salariali, la conquista del riposo settimanale, nome di tutela in caso di licenziamento.
Ma in questi anni la gran parte dei dirigenti dei settori del terziario rifiuta le pratiche della lotta di classe messe in campo dagli operai, preferendo agli scioperi “la persuasione”. Anzi, gli stessi datori di lavoro possono essere soci delle organizzazioni dei lavoratori. E’ un brodo culturale, quello in cui emergono queste organizzazioni, che risente dell’arretratezza dell’Italia, e che è assai lontano dalle influenze marxiane e più vicino a Mazzini e a teorie liberiste che vedono gli accordi collettivi come una limitazione della libertà personale. Ma vi sono anche problemi strutturali (rimasti inalterati fino ad oggi) ben presenti nelle riflessioni sindacali: la facile sostituzione dei commessi sgraditi al padrone, le relazioni personali che si instaurano sul posto di lavoro con i piccoli proprietari, la debolezza di lavoratori sparsi nelle città ma non aggregati in grandi luoghi di lavoro, la stagionalità dei lavoratori degli alberghi, la difficoltà a sindacalizzare i settori del terziario.
(fine prima parte)


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