Sicurezza all'Esselunga: in attesa di sentenza - di Matteo Gaddi

Quattro anni fa a Milano, presso il punto vendita di via Washington di Esselunga, si è verificato l’incidente mortale in cui ha perso la vita un autotrasportatore della Capozi, nell’area di carico e  scarico merci, schiacciato dal camion contro la ribalta “a banchina”.
Finalmente il 19 settembre ci sarà la sentenza, con Filcams e Filt Cgil costituitesi come parte civile al processo; una sentenza molto attesa, che stabilirà dei principi molto importanti in materia di sicurezza sull’intera catena logistica che in questo caso coinvolge sia Esselunga che la ditta di autotrasporto. Nella prima fase del processo (febbraio 2012) c’è stato il patteggiamento di alcuni imputati con la condanna a un anno per il Responsabile della Divisione Logistica di Esselunga e il titolare della Capozi Autotrasporti; sono già state riconosciute responsabilità in merito alla mancanza di formazione e addestramento e la carenza di informazione: tra supermercato e azienda di trasporto non ci si scambiava notizie in materia di procedure e sicurezza. Inoltre le due aziende hanno già corrisposto alla famiglia della vittima 1,3 milioni di euro a titolo di risarcimento. Ma l’esito del 19 settembre sarà decisivo per evitare che gli incidenti mortali vengano velocemente derubricati a dimenticanze o negligenze dei lavoratori o a tragiche fatalità. I dirigenti verranno giudicati per non aver valutato il rischio connesso all’inclinazione del piazzale di carico, non aver messo in sicurezza il luogo di lavoro (privo anche di segnaletica), non aver fornito al lavoratore le attrezzature adeguate né la necessaria formazione e informazione.


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