Multiservizi, la sfida del sindacato

Camellini: “Rinnovo dei contratti e clausola sociale per tutti”

La sfida della Filcams-Cgil nell’ambito del settore-multiservizi mostra più facce. Da una parte, la denuncia degli effetti della ‘spending review’ (su cui ci siamo lungamente soffermati); dall’altra l’imminente scadenza del rinnovo contrattuale delle imprese di pulizia industriali, considerando che quello delle aziende artigiane è fermo al 2009.

Elisa Camellini, perché il settore mostra due contratti, uno per l’industria e uno per l’artigianato?
Perché i settori sono sostanzialmente diversi. Inizialmente il problema era legato a questioni normative, che impedivano alle aziende artigiane di operare in appalti che avessero soglie economiche o volume di gestione dei servizi di una certa entità. Nel 2009 l’impedimento è stato superato, dopo aver stabilito che anche gli artigiani avrebbero potuto partecipare in consorzio a gare di appalto complesse. Infatti se il contratto multiservizi delle imprese artigiane non è stato rinnovato per molto tempo lo si deve al fatto che le imprese stesse dichiararono una loro ‘distintività.’ Rifacendosi in primo luogo alle dimensioni aziendali necessarie a poter mantenere la natura artigiana dell’impresa e poi per la presunta impossibilità a poter applicare la clausola sociale in vigore nelle imprese industriali per il riassorbimento completo del personale, a causa della mancata partecipazione a talune gare di appalto. Ecco perché ci sono due contratti distinti, così come avviene in altri settori, ad esempio nel metalmeccanico, dove ci sono un contratto artigiano e uno dell’industria.

Che obiettivi si pone la Filcams?
Intanto rinnovare il contratto nazionale delle imprese di pulizia industriali. E, a distanza di quattro anni, dopo aver dichiarato decaduto il contratto nazionale delle pulizie artigiane, rinnovare anche quello, in modo da poter equiparare i due contratti nell’ambito di ciò che riguarda i cambi di appalto, con la piena applicazione della clausola sociale e per mantenere un livello di equiparazione del costo del lavoro. Altrimenti rischiamo noi stessi, attraverso i rinnovi contrattuali nazionali, di costituire un dumping contrattuale che creerebbe un dislivello nella capacità di offerta delle imprese e dei soggetti che partecipano ad una gara. Dopodichè ci siamo dati l’obiettivo di organizzare iniziative comuni con le associazioni datoriali per sensibilizzare sullo stato del settore e, soprattutto, sull’impossibilità di mantenere la stessa qualità dei servizi al cittadino in seguito alla ‘spending review’.


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