Il turismo, le mense e i nodi cruciali del settore

Intervista a Cristian Sesena, Segretario nazionale Filcams-Cgil


Se e quanto incide la crisi nel comparto?
La crisi morde. Il crollo della domanda interna ha scoperto i nervi ad un settore che soffre da sempre di mali cronici, essenzialmente riassumibili in un’assenza pressoché totale di politica strategica  da parte dei Governi e delle Regioni, che dopo la riforma del titolo V della Costituzione, hanno la titolarità a legiferare in materia. Gli italiani hanno scelto di ridurre al minimo le spese per le vacanze, preoccupati per gli scenari di incertezza economica del paese. Tiene la domanda dei turisti stranieri, che si orientano soprattutto a visitare le città d’arte a partire da Roma, ma seppur in aumento questo flusso non basta a compensare se non minimamente le perdite procurate dalla caduta della richiesta turistica “nostrana”. A risentirne sono soprattutto gli alberghi che per storia e struttura non sono stati in grado di adeguare l’offerta ai nuovi stili comportamentali dell’utenza, e le agenzie di viaggio e i tour operator, spesso marginalizzati nella loro funzione, dal boom dell’utilizzo diretto di internet. Tengono invece le strutture ricettive come i campeggi e i bed and breakfast, più attrezzati a rispondere alle esigenze di un turismo sempre più “mordi e fuggi” e a “chilometraggio limitato” attraverso un buon rapporto qualità/prezzo.
Le controparti come la stanno affrontando?
In assenza di una politica di investimento e rilancio del settore a 360 gradi  le aziende stanno mettendo in campo gli strumenti più negativi e purtroppo “tradizionali” quando gli utili scarseggiano: taglio del costo del lavoro e ricorso al polmone della precarietà del mercato del lavoro, che la riforma fornero non ha certo svuotato come ci si aspettava. La drammatica vertenza NH Hotels è in questo senso emblematica. La più grande catena di alberghi del nostro paese, di proprietà spagnola, ha pensato bene di disdettare tutti gli accordi di secondo livello, e aprire una procedura di licenziamento per quasi 400 lavoratori. Unico strumento offerto per recuperare occupazione fuori però dal perimetro aziendale è quello dell’appalto di servizio meglio noto come terziarizzazione, procedura da noi sempre osteggiata. Terziarizzare significa appunto appaltare a terzi attività tradizionalmente svolte dai dipendenti diretti, con l’obbiettivo di ridurre il costo contrattuale e migliorare l’efficienza. In realtà si tratta di una mera operazione di risparmio, gravida di conseguenze, tra cui la frantumazione del sito produttivo, difficilmente recuperabile poi per via contrattuale e, spesso, attraverso la perdita della professionalità degli addetti, anche di un peggioramento del servizio ai clienti.
Nelle realtà meno strutturate (bar, piccoli alberghi, ristoranti), il lavoro nero ha conosciuto una nuova recrudescenza, come l’utilizzo improprio del lavoro a chiamata, che in alcune realtà rivierasche ha visto negli ultimi anni un vero boom di uso e abuso.
Governo, Regioni ed enti locali stanno facendo la loro parte?
E’ di queste settimane la notizia dell’apertura di un tavolo di confronto sulle prospettive del settore in un’ottica di rilancio, fra il Ministro Gnudi e le Regioni. Non possiamo che essere favorevoli al fatto che “qualcosa finalmente si muova”. Riteniamo però necessario che fin da subito siano coinvolte le Parti Sociali, organizzazioni sindacali dei lavoratori e di rappresentanza dei datori di lavoro. Non vorremmo che, come questo Governo ci ha purtroppo già insegnato, fossimo relegati ad un mero ruolo consultivo. Tra l’altro un tavolo di governance settoriale sarebbe utile anche in vista dell’imminente avvio delle trattative per il rinnovo del Contratto. Parlare di competitività e produttività di sistema, e non solo di produttività legata al costo del lavoro, ci eviterebbe di dover effettuare una discussione al tavolo negoziale tutta incentrata sulle esigenze di effettuare tagli delle controparti.

 

Numeri e approfondimenti sulla vertenza

Il contratto collettivo nazionale di lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici del turismo e delle mense è scaduto il 30 aprile 2012.
Le principali aziende interessate, per numero di addetti, sono Elior, Camst, Sodexo e Cir per quanto attiene alle mense; NH Accor, Starwood, Melià, Boscolo, Star Hotels riguardo agli alberghi. Mentre le principali agenzie di viaggio tour operator sono Alpitour e Valtur.
Il numero di occupati in questo variegato settore oscilla fra 1.000.000 e 1.200.000 di base, ma raggiunge 1.600.000 con gli stagionali.
Le controparti datoriali sono Confcommercio, Confesercenti, Confindustria e Aica.


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